Le Colonne D'ercole

Informazioni sulla Storia
Non ci sono confini tra madre e figlio.
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Le colonne d'Ercole

"hic sunt leones"

compariva sulle carte geografiche,

alle colonne d'Ercole,

dove iniziavano le zone inesplorate

La mattina che la ragazza entrò nella classe, per la prima volta, Giorgio fu colpito come da una folgore, una luce improvvisa. Ma quella era sua mamma da giovane... Anche se, in effetti, la mamma era molto più bella.

La prof la presentò alla classe: Questa è Maria Trevisan, la vostra nuova compagna; la famiglia si è trasferita nella nostra città da qualche giorno. Siamo alla fine dell'anno, tra poco dovrete sostenere la maturità. Non è facile inserirsi in una classe al termine di un ciclo scolastico; aiutatela!.

Le indicò il banco, davanti a quello di Giorgio. Maria sorrise a tutti, con infinita grazia, guardò Giorgio, sedette.

---

C'era qualcosa di nuovo nello sguardo di Giorgio.

Lisa, la mamma, se ne accorse subito. Lo abbracciò, lo baciò sulla gota, lo fissò sorridendo.

"Cosa devi dirmi Giorgio?"

"Pensa, mamma, a pochi giorni dagli esami è venuta una nuova compagna..."

"Com'è?"

"E' carina... anzi... no.. è bella... molto bella... somiglia tanto a te..."

"Solo che lei è giovanissima e, quindi, sarà certamente più bella della tua mamma... posto che, come asserisci, che la tua mamma sia bella..."

Giorgio la abbracciò forte, come mai aveva fatto prima.

"Cosa dici... sì, Maria è giovane, ma tu sei splendida, lei ha una qualche somiglia con te, un accenno..."

Lisa lo carezzò sul volto.

"Sei un tesoro, Giorgio, ma vuoi mettere una donna della mia età, certamente appesantita nel corpo, con un fiore di fanciulla che avrà i tuoi anni..."

"No, non faccio alcun accostamento ... perché tu, al paragone, sei il sole di fronte alla penombra."

Giorgio fece un passo indietro, prese una mano della mamma, l'alzò, la osservò attentamente da capo a piedi, fece un gesto di approvazione.

"Sei proprio uno splendore, mamma..."

"Chissà quante volte lo dirai alla tua ragazza."

"Quale ragazza, non ne ho...lo sai..."

Questo argomento, in un certo senso, stava a cuore a Lisa. Suo figlio si telefonava con varie amiche, compagne di scuola, ma non era riuscita a stabilire chi fosse la preferita. Eppure era un ragazzo prestante, molto intelligente, un po' sgobbone, è vero, ma l'essere il primo della classe, anzi del liceo, non lo rendeva antipatico ai suoi compagni, come spesso avviene, perché era sempre pronto ad aiutare, a suggerire, a passare i compiti, a incoraggiare, a offrirsi per studiare insieme. Gli volevano bene tutti, professori e studenti.

Ma chi era la sua ragazza preferita? Mah.

Del resto usciva poco, e le sere era sempre a casa. Studio, lettura, internet, TV, conversazioni coi genitori.

Che fosse un maschio di sana e robusta costituzione Lisa ne traeva attestazione da certe evidenti tracce nei pigiama ed anche, a volte, nelle lenzuola. Possibile, però, che in questa epoca, a diciotto anni appena compiuti, e con le doti fisiche e intellettuali di Giorgio fosse ancora... come dire... 'signorino'? Un pensiero su cui tornava spesso, e ne aveva anche accennato a Marco, il marito, che consigliava di aspettare: ogni cosa a suo tempo.

Lisa sorrise teneramente al figlio, lo abbracciò di nuovo.

"Va là, che in materia sei molto reticente..."

Giorgio sentì le procaci e rigogliose tette della madre sul suo petto, un contatto bellissimo, e non fu il primo a sciogliersi dall'affettuosa stretta.

-----

Era sdraiato sul letto, con gli occhi al soffitto, e nella testa tornava a frullargli l'idea che lo tormentava insistentemente, sempre più.

Sì, certo, Maria era una bella ragazza, fresca, dolce, perfino affettuosa, ci stava bene insieme, ma la mamma... la mamma era tutt'altra cosa. Era splendida, bellissima, fantastica, affascinante, e soprattutto attraente... anche per il solo 'pensare' a lei si sentiva turbato, agitato, e provava nelle mani il desiderio di carezzarla, nelle labbra la voglia, la vaghezza, di baciarla... ma non un lieve tocco sulla gota... E sfiorarla, percepire il calore della pelle liscia, vellutata... altro che Maria.

Si sentì percorso da un brivido e, più di ogni altra cosa, avvertiva la voglia incontenibile di abbracciarla, di stringerla... Il suo sesso si esaltava, si imbaldanziva... e chiedeva la misera consolazione della sua mano! Almeno!

-----

Lisa, in poltrona, aveva la rivista aperta, sulle ginocchia, ma non leggeva, pensava intensamente al figlio. Era veramente un tesoro, un bambinone, uno di quelli che vuole tanto bene alla sua mamma. Sorrideva tra sé e sé. Come s'era stretto al suo seno....

Lei, a essere sinceri, era, ed era sempre stata, orgogliosa delle sue tette. Un vero prodigio della natura. Prospere e nel contempo sode, molto sode, e non accennavano nemmeno adesso, malgrado i suoi 42 anni, a dar segno di mollare. Manco un poco. Eppure aveva allattato Giorgio. Il tessuto era tornato come prima, anche meglio. Lo stesso medico aveva detto che era una cosa insolita, e per lui il primo caso.

Lisa, però, ben sapeva che anche il resto era così, nel suo fisico, e che sin da adolescente era stata una bellissima ragazza, con forme perfette, statuarie, e aveva raccolto ammirazione e apprezzamenti nel suo piccolo paese, al delta del Po, e poi nelle scuole di Ferrara, dove i compagni, sottovoce ma non tanto da non sentirli, la chiamavano la 'gnocca del Po', invertendo il nome del ramo che, appunto, era definito il Po di Gnocca.

Sorrideva di nascosto, Lisa, e lo prendeva per un complimento, anche se volgare. Un lungo sospiro.

Certo che Giorgio aveva un comportamento che qualche volta faceva pensare. Così chiuso, introverso, e così maldestro nelle manifestazioni affettuose.

Doveva cercare di scioglierlo quel ragazzo! Scosse la testa, perplessa.

-----

Finalmente!

Tutto finito, esami, grande sgobbata finale, ma i risultati erano stati ottimi.

Giorgio e Maria s'erano salutati affettuosamente certi che si sarebbero incontrati di nuovo in autunno, all'università, avendo scelto entrambi la stessa facoltà, Ingegneria. Giorgio aveva sempre considerato con interesse e attenzione la professione del padre, e voleva percorrere la stessa strada.

Una mattina di luce e di sole, di calma, serenità. La prima dopo tanta tensione.

Marco era partito da qualche ora per il Medio Oriente, coinvolto com'era nella progettazione di un importante oleodotto. Prevedeva di restare fuori casa almeno una settimana, e aveva detto alla moglie e al figlio di andare ad attenderlo nella casetta al mare, a Grado. La piccola villa dei genitori che, però, non ci andavano più. Lisa rispose che avrebbero atteso il suo ritorno, di Marco, e sarebbero partiti tutti insieme.

Era ancora abbastanza presto, Lisa, appena uscita dalla doccia, ancora in accappatoio, era seduta alla toilette guardandosi allo specchio. La scollatura abbastanza aperta, sciallata, mostrava generosamente il bellissimo collo della donna che, intanto, si andava spazzolando pigramente i lungi capelli neri, con qualche raro filo d'argento. La porta della camera era aperta. Giorgio, a quell'ora, dormiva ancora, rifacendosi delle alzatacce per studiare.

Apparve, invece, improvvisamente nello stipite della porta, col volto ancora assonnato e un'espressione che lo faceva apparire ancora più sbarazzino della sua giovane età. Indossava i pantaloncini del pigiama da notte, calzava i sandali.

Si fermò.

"Ciao ma'!"

Lisa lo guardò dallo specchio.

"Ciao, tesoro, come mai già sveglio?"

Lui fece spallucce.

"Così... senza motivo... papà è partito?"

"Si, da qualche un'ora."

"E Marcella non è ancora venuta?"

"Oggi è in vacanza, dai suoi, tanto non c'è molto da fare... ma tu... non ti preoccupare, ti preparo io la colazione..."

Giorgio, intanto, s'era avvicinato alla madre, era dietro di lei, aveva appoggiato le mani sulle spalle lasciate scoperte dall'accappatoio. Ed era incantato al tocco di quella pelle liscia e calda, vellutata.

La madre, nello specchio, vide l'espressione, quasi incantata, e sorrise.

"Com'è liscia, mamma, sei bellissima... mi piace tanto carezzarti..."

Muoveva delicatamente le mani, portandole un po' davanti, poi indietro, e giungeva a sfiorare il punto dove iniziava la rotondità del seno. Giorgio percepiva quella strana morbidezza che, nel contempo, era qualcosa di turgido e rigoglioso. Era tentato di indugiare... scendere più giù... quel seno rigoglioso e incantevole che lo aveva nutrito. Al solo pensiero le labbra fecero un movimento istintivo, come se poppassero, e le mani premettero un po'.

Lisa seguitava a guardarlo. Posò una sua mano su quella del ragazzo.

"E' il seno al quale hai bevuto, tesoro... e come eri avido, bramoso, con le manine stringevi forte la mammella che succhiavi e spesso stringevi forte il capezzolo, quasi volessi strapparlo, e mi facevi anche un po' male...."

Giorgio era rapìto dal racconto, gli sembrava rivivere quei momenti, e le mani si spinsero oltre, quasi a sfiorarle i capezzoli, che percepì appena.

Lisa, inaspettatamente, fu percorsa da un brivido che scese lungo la schiena. Forse era il ricordo di quando allattava Giorgio. Quasi volesse carezzarlo col corpo, si poggiò col dorso sul ragazzo... Sentì nettamente la vigorosa erezione del figlio... Non se l'aspettava... E fu una sensazione strana, un misto di sdegno per quel "coso" che si permetteva sfiorarla; di tenera commozione per il suo bambino che si manifestava maschio; di malcelato compiacimento nel constatare l'effetto del suo ancora evidente sex-appeal... Una nube attraversò lo splendore dei suoi occhi riflesso nello specchio. Ma quello era Giorgio, suo figlio, quelle mani così leggere e deliziose erano della sua creatura... Incredibile, i suoi capezzoli s'erano prepotentemente eretti, e strofinavano voluttuosamente sul tessuto spugnoso dell'accappatoio, al tocco di chi fino ad allora aveva considerato un fanciullo innocente... Avrebbe voluto reagire, decisamente, con forza, ma quel contatto, quel lieve strofinio sulla sua schiena aveva, all'improvviso e inaspettatamente, trasformata la luce sotto la quale fino ad allora aveva veduto Giorgio: non più il suo piccolo bimbetto, ma un maschio vigoroso con tutte le sue pulsioni!

Le mani di Giorgio erano avvinghiate alle gagliarde tette materne, alle quali s'era quasi aggrappato, e, malgrado ogni tentativo di controllarsi, strofinava il fallo sulla schiena della donna, come se la stoffa dei pantaloncini e dell'accappatoio non esistesse. Non si accorgeva di stringere sempre più, di muoversi sempre più convulsamente... fin quando l'abbracciò finì quasi per schiacciarla, e lungo le gambe cominciò a colare quanto il suo sesso non aveva potuto più trattenere. Si chinò, quasi piangendo, e baciò il collo della madre, sussultando, quasi singhiozzando.

Lisa era rimasta inebetita, e non aveva avuto il coraggio di interrompere quanto andava accadendo, di fermare l'eccitazione incontenibile, la voglia smaniosa, la bramosia di Giorgio, e le vennero le lacrime agli occhi mentre sentiva che il seme filiale stava attraversando le stoffe, inumidendole la schiena, e le labbra di lui, roventi, sulla nuda carne della spalla.

Posò la sua mano dietro il collo del ragazzo, lo carezzò teneramente.

"Buono, tesoro, buono....."

Solo allora si accorse che stava lievemente muovendo le gambe e il suo sesso era abbastanza bagnato.

Giorgio si staccò di colpo, fuggì via, lasciando la porta aperta.

Lisa mise le braccia sulla toilette e vi poggiò la testa. Grosse lacrime scorrevano dai suoi occhi.

-----

Poco più di mezz'ora dopo, dal tinello, adiacente alla cucina, si udì, chiara e forte, la voce di Lisa.

"Giorgio, vieni, la colazione è pronta..."

Dalla camera di Giorgio giunse una specie di mugolio indistinto.

Col volto tesissimo, le labbra strette ed esangui, apparve Giorgio, con pantaloncini e camiciola. Cercava di guardare nel vuoto.

"Siedi, tesoro, la mamma ha preparato il latte e cioccolato freddo, come piace a te. Ne prenderò anche io."

Era rauca la voce del ragazzo.

"Grazie..."

Sedettero, Lisa versò il cioccolato nella tazza di Giorgio, gli sorrise, allungò la mano e lo carezzò sul volto.

"Che brutta cera che hai... credo che una bella passeggiata ti farà bene..."

Lui scosse la testa, sempre a labbra strette.

"Si, Giorgetto... incontri qualche compagno... compagna..."

Giorgio alzò le spalle e, quasi con sforzo, si mise a mangiare.

"Giorgio... sono la tua mamma, comprendo tutto... certe cose capitano... specie a un giovane sano e forte, come te, specie quando è da molto che... come si dice... non... sta con una donna..."

Il giovane la fulminò con lo sguardo, e scosse di nuovo la testa, sconsolatamente.

Lisa allungò la mano e la mise sul braccio del figlio.

"Sbaglio?"

Lui annuì.

"In cosa? Per favore, tesoro mio, rispondimi..."

Giorgio smise di mangiare, deglutì, si pulì le labbra col tovagliolo e fissò la madre.

"In tutto, mamma, in tutto... forse non capisci, come dici, o non vuoi capire..."

"Ad esempio?"

"Ad esempio che non sono mai stato con una donna e nemmeno voglio starci"..."

Lisa lo fissò tra il sorpreso e il preoccupato.

"Non ti piacciono le donne?"

"Ma chi ti ha detto questo!"

"Non comprendo..."

"Ecco, vedi... è proprio così..."

"Allora?"

"Per favore, mamma, lasciami stare..."

"No che non ti lascio stare. Vedo che stai soffrendo, stai male... E' per colpa di qualcuna in particolare?"

Giorgio annuì.

"Non mi puoi dire chi?"

La guardò con le narici frementi, come se dovesse esplodere da un momento all'altro.

"No, mamma, no..."

Lisa lo attirò a sé, lo abbracciò stretto.

"Dobbiamo parlarne, bambino mio... dobbiamo parlarne... Ora rassetto tutto... tu cosa fai?"

"Vado nella mia camera a smanettare col computer..."

Giorgio si alzò, la mamma lo abbracciò di nuovo.

Quando Lisa restò sola, e mentre stava riordinando le cose, era tutta presa da un pensiero che la stava tormentando.

Era eccitatissimo, poco prima, Giorgio, le aveva stretto il seno fino a farle male, l'aveva baciato sul collo, era tanto infoiato che non era riuscito a trattenere in sé il seme... Si fermò un momento, più meditabonda che mai... non sarebbe stata la prima volta che un figlio si sente sessualmente attratto dalla madre... che fosse proprio questo il caso?

Oddio, ma era terribile, e lei come doveva comportarsi?

Era drammatica l'ipotesi, ma ancor più spaventosa se pensava che quei toccamenti, quella stretta, quel bacio sul collo, quello strofinio dietro la schiena... ebbene... sì... l'avevano eccitato, e come... peccato che Marco era lontano, ormai in aereo... Il solo ricordo dell'accaduto stava di nuovo agitandola.

Comunque non doveva lasciar cadere il discorso, ne doveva venire a capo.

Tornò nella sua camera, si cambiò completamente, indossò un semplice ma elegante abito da casa, si pettinò accuratamente, e mise qualche goccia di profumo in quelli che lei considerava i punti strategici d'una donna. Lo fece istintivamente. Poi fu agitata per quella civetteria... stava andando dal figlio!!!

Sempre rimuginando le idee confuse che aveva in mente, andò nel salotto dove Giorgio era in poltrona, a guardare la TV.

Sedette nella poltrona di fronte.

"Disturbo?"

Giorgio spense la TV, la guardò attentamente aspettandosi un predicozzo. L'espressione del volto materno, in un certo senso, lo rassicurò.

"Figurati, ma'!"

"Mi piacerebbe prenderti sulle ginocchia, come quando venivi a rifugiarti da me per confidarti... Adesso, però, sei un giovanottone... non ce la farei... che ne dici se scambiamo le parti e vengo io sulle tue ginocchia?

Giorgio era colto alla sprovvista, dopo quanto era accaduto una proposta del genere non l'aspettava proprio, ma... ma... al solo immaginare la mamma sulle sue ginocchia sentiva ribollire il sangue, agitarsi, eccitarsi.

"Davvero, mammina?"

"Certo, tesoro... così..."

Lisa s'alzò e andò a sedersi delicatamente sulle ginocchia del figlio. Le natiche rotonde e gagliarde sentirono subito il progressivo eccitamento del ragazzo. Cercò di restare ferma, ma era difficile. Giorgio le cinse la vita.

A lui sembrò sognare. Sentiva la sua mamma, e più specificatamente il sognato, vagheggiato, fantasticato posteriore di Lisa sulle sue gambe, proprio sul suo "coso". Incredibile, anche se c'era tanta, troppa, stoffa! Le mani, poi, di nuovo stavano per poterle sfiorare il seno... ma... era proprio così? Era sveglio?

Lisa fece un profondo respiro.

"Giorgetto, spiega alla tua mamma cos'è questo pasticcio che ti tormenta? Sei così....esuberante...cosa è che non va?"

"Non lo so!"

"Ma, dimmi, hai provato ad andare con una donna?"

"Non mi è riuscito."

"Scusa, tesoro, vuoi dire che... lei non ha voluto?"

"No, sono io che non..."

Intanto Lisa sentiva chiaramente il manganello che premeva tra le sue natiche favorito anche da qualche suo... involontario movimento.

"Eppure, bello della mamma, non mi sembra che ti manchino... gli argomenti adatti..."

"Mamma.... Mamma... al momento opportuno... niente da fare... non funziona niente...!"

"Sta buono, bambino mio, sta buono. Forse, e non sono io a doverti dire certe cose, dovresti provare con una professionista... mi spiego?"

"Mamma, ho tentato, e malgrado le esperte e abili attenzioni di lei... nulla!"

Era difficile trattare simile tema, per Lisa, ma ormai si era avviata su quella strada e doveva proseguire, profittando di quel momento di affettuosa confidenza.

"Scusa, Giorgetto, ma... a parlar chiaro... non hai avuto l'erezione?"

Lui scosse sconsolatamente il capo.

"Sì, è così!"

"Più di una volta?"

"Sempre!"

A mano a mano che il colloquio proseguiva, il fallo di Giorgio era sempre più grosso e fremente.

Lisa lo guardò, gli prese il volto tra le mani, mosse significativamente il sedere...

"Ma adesso.. Giorgio... mi sembra che... e anche quando eri alle mie spalle..."

Giorgio aveva gli occhi pieni di lacrime e la contemplava senza rispondere.

Un lampo attraversò la mente di Lisa, come una luce che squarci le tenebre.

Lo guardò intensamente.

"Vuoi dire... insomma... significa... che... solo con me, con la tua mamma?"

"Siiiiiiiii!"

Giorgio si avvinghiò alla madre e scoppiò in singhiozzi.

Lisa sentì chiudersi la gola, come se una mano le mozzasse il respiro. Deglutì più volte. Non sapeva cosa fare... Alzarsi di colpo... restare...

Prevalse la mamma. Carezzò dolcemente la testa del ragazzo, lo baciò sul volto...

"Non preoccuparti, tesoro... troveremo un rimedio..."

Restarono in silenzio per un po'.

Lisa, con tatto e delicatezza, si alzò lentamente. Restò in piedi di fronte al figlio che, mortificato e avvilito, era in poltrona, abbandonato, senza forze, con lo sguardo spento.

"Giorgio, forse è meglio che andiamo a Grado, saremo più tranquilli, la nostra casetta ci porterà consiglio. Vado a telefonare a papà, a dirglielo. Ciao, tesoro." Lo baciò sulla fronte, se ne andò nella sua camera.

Il marito non rispondeva, gli lasciò un messaggio.

Pensò di chiamare un vecchio amico di famiglia, Umberto, specialista, docente di psico-andrologia. Era difficile pescare le parole...

Lo trovò a casa. Ebbe la forza di raccontargli tutto, senza sottacere alcun particolare, salvo il malcelato compiacimento che lei provava, anche fisicamente, per quelle reazioni filiali.

Umberto le disse che non era un caso rarissimo, sorvolò sulla spiegazione del meccanismo per il quale ciò poteva verificarsi, e disse che la psicoterapia necessaria era abbastanza lunga. Si trattava di portare il soggetto a comprendere che, attrattiva specifica a parte, dal lato anatomo-funzionale i corpi femminili erano uguali e perfettamente preparati alla funzione sessuale. Una volta sbloccato, il ragazzo, pur se spesso seguitava a considerare la propria genitrice la 'donna' superiore, sublime, impareggiabile, avrebbe compreso che il suo appetito sessuale poteva essere soddisfatto da altre donne.

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