Il Muro

Informazioni sulla Storia
Di notte. Un suono, un viaggio nell'estasi.
883 parole
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Giornata afosa e la notte non sarà di meno.

Giaccio sul letto, senza vestiti, lievi rivoli di aria dalle pale sul soffitto tengono asciutta la pelle. In breve il torpore mi prende.

Nel dormiveglia, odo il rumore di tacchi nel corridoio. Chiavi-porta, lo scatto. La mia vicina é rientrata.

Frammenti di sonno dopo mi ridesto al suono, in verità assai soffocato, della sua voce. Canta, forse, mentre l'acqua della doccia scorre.

Scivolo ancora nelle braccia di Morfeo.

E poi accade.

Qualcosa mi fa aprire gli occhi.

Un sussurro, da oltre il muro. Un lievissimo gemito, ed il mio sonno è storia.

Silenzio di secondi, un altro sussurro, come un sospiro, mette in circolo la mia adrenalina.

In tensione, per non perdere nulla, attendo.

Ed ecco, di nuovo, il gemito.

Flebile, breve.

Lo sento con la pelle prima ancora che con l'udito.

Il tocco di un dito leggero sulla mia gola.

Sento.

Con la mente protesa ed i sensi destati, pronti, vivi.

Un altro sospiro, quasi ansimato, mi sfiora la nuca dandomi i brividi.

Non muovo muscolo.

Chiudo i miei occhi e protendo la mia coscienza verso quel muro. Verso di lei.

Un gemito a bocca aperta, interrotto e ripreso, vellutato, caldo. Lo sento scivolare su di me, sul mio petto, innalzarsi e poi tornare a lambirmi i capezzoli.

Trattengo il respiro, per l'improvviso piacere.

Il fiato successivo inizia a sembrarmi di fuoco.

Segue silenzio. Ma non nella mia mente.

Cerco di richiamare l'immagine di lei. Con chi sarà? Chi é l'artista che sta traendo quei suoni da lei?

Formicolio sulla pelle.

Formicolio tra i capelli.

Tra le dita.

Tra le gambe.

Un sospiro lungo che finisce in un mormorio di parole incomprese. Entra in me dalle labbra e percorre l'intero mio corpo, lo solleva e lo abbandona da dove è entrato, seguito dall'eco della mia voce.

Temo che mi senta.

In ansia, attendo.

Giunge in forma di "Oh" ripetuta ed inseguita che sento scivolare lungo le gambe. Un alito caldo, le "oh" che si arrotolano dal ginocchio all'inguine per estinguersi in aria.

Sento forte la tentazione di toccarmi, ma l'ordine dal cervello non parte.

Ancora una pioggerella di gemiti le cui onde cadono sul mio volto.

Sento la pelle bruciare.

Il battito accelerare.

Vedo lei nuda vibrare.

Segue una serie di mugolii, leggeri, quasi sincopati. Mi sento avvolgere dal tocco leggero di quel suono.

Altre parole lasciano i loro significati nel muro. Ma il loro suono raggiunge il mio sesso.

Di nuovo mi manca il fiato, di nuovo gemo.

Resto immobile.

Se non lei, il suo compagno avrà udito.

Ci dev'essere un compagno.

O una compagna, cui rivolge le sue parole.

E invece la sua voce torna sola.

Bassa, lunga, modulata a labbra serrate.

Insinua un massaggio che mi avvolge. Preme il mio petto. Il mio ventre. Il mio sesso eccitato.

Lei sale, io mi inarco.

Il suono si apre e per un attimo mi racchiude.

La sento come se il suo corpo pesasse sul mio.

Distinguo con certezza il momento in cui i nostri genitali si toccano, si fondono. E' quando un gemito cresce, diventa pienezza. Non posso fare a meno di accompagnarla, anche se mi mordo le labbra.

E lei risponde.

Piccoli si che percorrono la mia pelle come gocce di fuoco.

Il mio respiro cresce.

Tace, forse per l'offesa di lui?

Di nuovo trattengo le mani dal correre a stringere e carezzare.

Ricomincia con gemiti singhiozzati. Sommessi. Poi più forti. Si abbattono su di me, come morsi e baci. Ognuno una scossa che mi percorre. Si allungano come mani. La forza del piacere che la prende, la voce del piacere che mi prende.

Non c'è pausa.

Parole si introducono, roche, assetate, penetrano in me, penetro in loro.

Ansimo senza ritegno.

Le sue "Ah" sono brusche ed acute. Sferzano il mio sesso come una lingua.

I gemiti, le labbra del suo sesso che si aprono al mio.

Un gemito lunghissimo. Mi tendo, gli occhi sbarrati per lo stupore di quanto sta per accadere...

E poi l'urlo.

Esplode oltre il muro e mi si riversa sopra e dentro, frantumando ogni barriera. Il mio orgasmo si fonde con il suo e mi ritrovo ad urlare con lei. Lei scatta avanti, prende fiato, riprende vigore. Le sue vibrazioni diventano le mie, il suo urlo mi vibra nel petto, diventa pulsazione orgasmica, liquida, bruciante. Pianto le unghie nei palmi, la vedo contorcersi nel piacere come me, danzare al suono della mia voce come io nella sua.

Decresce con lentezza.

Brevi ed affannosi sospiri che vanno perdendo volume.

Ognuno dei suoi accompagna uno spasmo del mio piacere.

In breve, è silenzio.

Resto immobile nel buio, lasciando che il silenzio sia come un abbraccio.

Mi risveglio che oramai è giorno fatto. Il corpo riposato come mai, la mente rilassata.

Ma non posso fare a meno di sobbalzare un poco quando usciamo contemporaneamente sul pianerottolo.

La guardo con ammirazione.

Cammina pochi passi innanzi a me.

E' come se conoscessi il suo corpo. Come ritrovare un piacere conosciuto.

Saliamo in ascensore.

Al chiuso della cabina, il suo volto si solleva a guardarmi. Il suo sguardo è dolce e mi sorride.

Poi, tra uno sguardo ed un sorriso, giunge la comprensione, la complice intesa dell'aver condiviso, noi due, donne sole, separate da un muro di mattoni, un'indimenticabile notte di piacere.

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1 Commenti
CadiaCadiacirca 2 anni fa

"Scivolo ancora nelle braccia di Morfeo." - non si può dire meglio

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