Ilse 04

Informazioni sulla Storia
Domina breaks defeated stud.
3.9k parole
4.12
19.6k
00

Parte 4 della serie di 5 parti

Aggiornato 05/02/2022
Creato 09/13/2010
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IV

Marco rinvenne la mattina successiva. Il sole filtrava attraverso le tende ed il ricordo della nottata precedente gli sovvenne immediatamente. Il favoloso amplesso iniziale con cui aveva messo Ilse alla corda, costringendola a venire oltre ogni limite. Era stato vicino a sfiancarla, a vincerla e invece quella meravigliosa donna lo aveva poi stroncato. La masturbazione con i piedi e le straordinarie sensazioni provate, con quegli orgasmi continui ed irrefrenabili, mai provati. E poi il successivo selvaggio amplesso impostole da Ilse in cui ogni suo movimento lo costringeva a venire contro la sua volontà, oltre ogni suo limite di resistenza, ridotto ad un dildo di carne, incapace di resistere. Infine le sevizie che Ilse gli aveva inferto, dopo la sua resa, con quella continua estrazione forzata dello sperma che lo aveva distrutto. Iniziò a muoversi con fatica sul pavimento e realizzò in un secondo i dolori che provenivano dalle sue parti intime. Il cazzo sembrava in fiamme e la cappella bruciava ad ogni piccolo movimento. Il culo inviava al suo cervello dolori lancinanti e gli sembrava che fosse ancora penetrato da una presenza invadente. Ma quelle che stavano peggio erano sicuramente le palle. Gli sembrava che pendessero inerti e pesantissime fra le sue gambe. Il dolore poi era così atroce che credette si trovassero strette in una morsa. Allungò una mano sul cazzo e lo scroto, massaggiandoli leggermente e ne ricavò una sensazione di profondo fastidio. Cercò di alzarsi ma la testa gli girava vorticosamente e riuscì solo a mettersi a 4 zampe. Scrollò la testa per riprendersi e prese a guardarsi attorno per scoprire dove Ilse si trovava. La vide vicino al banco bar posizionato in un angolo, issata su un alto sgabello. Era veramente stupenda. Indossava una corta sottoveste nera di seta, con un sottile bordo di pizzo. La sottoveste si fermava a metà coscia e le stupende gambe di Ilse erano inguainate in perfette calze di nylon con il bordo di pizzo. Ai piedi calzava lo stupendo sabot nero dai tacchi in metallo dorato che indossava al club, quando si erano incontrati. Si era truccata accuratamente e le labbra a cuore , rosso vivo spiccavano come una rosa nel viso algido e freddo. Una figa pazzesca!

- Buongiorno! Ti sei svegliato finalmente. D'altra parte ti serviva. Dopo la sfiancata che ti ho dato ieri notte.

- Buongiorno Ilse. Devo riconoscere che mi hai dato una bella "ripassata". Mi sento tutto rotto.

- Specialmente il culo, credo.

- Si, me lo hai sfondato per bene, cazzo! E mi hai pure fatto godere come un pazzo.

- Ah, Ah, Ah! Questo è solo un assaggio di quello che posso farti. Comunque la stai prendendo bene, per essere uno stallone sconfitto e schiavizzato.

- Beh, di fronte alla più forte donna che abbia mai incontrato, non posso che accettare il verdetto.

- Bravo, bravo. E allora potresti anche iniziare a chiamarmi come devi, non credi?

Marco rimase un attimo sorpreso, senza capire cosa volesse la donna.

- Io non sono più Ilse per te, sono........

- Sei una figa pazzesca, questo è sicuro.

- No, stronzetto! Io sono.....

- Forse sono un po' tardo, sai lo sforzo

- Capisci benissimo, stallone dei miei stivali! Adesso sono.......... La tua Domina o la tua Padrona, non credi. Hai perso. Ricordi il patto?

A Marco sovvenne immediatamente quanto avevano stabilito prima di iniziare gli amplessi: che perde sarà lo schiavo dell'altro. Inoltre si ricordava benissimo di quando Ilse lo aveva costretto a chiederle pietà, con il suo piede ben piantato nel suo culo. Anche se non lo desiderava affatto dovette realizzare che non sarebbe stato facile tenere testa a Ilse in quelle condizioni. Scopare era l'ultima cosa che desiderava in quel momento. Decise che era meglio assecondarla.

- Hai ragione, mia padrona. Sono pronto a servirti.

- Bene, bene. Vedo che capisci ed impari velocemente. Allora veni qui, ma a 4 zampe, come sei ora.

Marco ubbidì trascinandosi sul pavimento sino a trovarsi sotto lo sgabello su cui sedeva Ilse.

- Adesso, da bravo, tira fuori la lingua e leccami il piede.

Così dicendo posò un piede per terra, a pochi centimetri dalla faccia di Marco. Il più bel piede che si potesse immaginare. Con il collo teso dai tacchi altissimi e fasciato da quelle calze lisce e lucide che il solo toccarle era da impazzire. Chinò la testa e pose le sue labbra sul collo del piede di Ilse in totale riverenza. Iniziò a baciarlo a labbra chiuse, con dolcezza per poi aprirle iniziando ad umettarlo. Il contatto era così sensuale che in breve i suoi baci divennero appassionati ed estrasse la lingua per leccare quei piedi favolosi. Lunghi colpi di lingua a leccare per bene il collo per tutta la sua lunghezza salendo sino alla caviglia. Ilse godeva della spettacolare leccata che stava ricevendo e dell'atto di dominazione, per lei eccitantissimo.

- Mmmmm, ma bravo, lecchi benissimo. Allora adesso lecca anche il tacco.

Marco si chinò sul pavimento iniziando a leccare il tacco in metallo dorato per tutta la sua lunghezza. Si trattenne a lungo leccando la parte alta, sino a lambire il tallone di Ilse. La donna capì cosa voleva fare e sollevò leggermente il tallone invitandolo a leccarne la parte inferiore. Marco non perse l'occasione e diresse subito la sua lingua sotto il tallone e la fece scorrere sulla pianta del piede. Anche quelle calze avevano il rinforzo, senza però la cucitura in risalto. La sua maggiore compattezza mandò nuovamente Marco in estasi e lunghe leccate percorsero il piede di Ilse. Lei lo invitava a leccarle la parte inferiore del tallone e lui non si negò. Eccitata Ilse premette la lingua di Marco contro la suola interna del sabot, schiacciandogliela ed imprigionandogliela.

- MMmmmm, cazzo quanto sei bravo! Adesso però resti lì un poco, con la lingua penzoloni e sotto il mio piede.

Schiacciò con forza e strappò gemiti di dolore all'uomo che non riusciva veramente a muoversi. Ilse gli strusciò la lingua muovendo il tallone lateralmente per alcuni istanti e poi finalmente lo liberò.

- Bene, Sei un leccatore fantastico, credo che abbiamo trovato cosa faremo oggi. D'altra parte non credo il tuo cazzo voglia riprendersi.

Infatti, nonostante la situazione fortemente erotica, il cazzo di Marco pendeva inerme fra le sue gambe.

- credo che le tue palle non stiano molto bene, vero, stallone?

- Si padrona, le palle mi dolgono da morire

- Lo credo bene! Ti ho pompato tutto lo sperma che avevi! Alla fine uscivano gocce di sangue! Direi che non ce la farai per almeno una settimana.

Alzò il piede sullo sgabello e si rivolse a lui più dolcemente.

- Senti, io non voglio averti sulla coscienza. Quindi, se vuoi, puoi uscire di qui adesso e non farti più vedere. Finita così. Se invece vuoi rimanere, allora ci divertiremo un sacco e, se sarai bravo, posso pensare di concederti la rivincita, appena ti sarai ripreso.

Marco rimase in silenzio, valutando la situazione. Umiliato e distrutto com'era avrebbe volentieri preso il volo immediatamente. Ma Ilse era veramente fantastica e non aveva mai goduto come la notte precedente. Inoltre la possibilità di una rivincita lo eccitava da morire. Avrebbe potuto essere lui a vincere questa volta e avere Ilse come schiava doveva essere un portento. Da farla scopare allo sfinimento da tutti i suoi amici, sino a renderla incapace di concepire altro che la sua situazione di donna da monta. Valeva bene soffrire qualche altra sevizia.

- noo, mia padrona. Mai ho goduto così e sei la più fantastica donna che mi sia mai capitata. Desidero rimanere e servirti, mia domina.

A Ilse non parve vero quello che sentiva. In genere gli stalloni a questo punto scappavano umiliati e piangenti, feriti nel loro orgoglio maschile e quindi con il solo desiderio di fuggire il più lontano possibile da quella donna che li aveva sconfitti. Questo invece desiderava rimanere e servirla! Sperò vivamente che il suo cazzo si riprendesse per poterselo pompare ancora un po'.

- Bene allora adesso vai a lavarti. Lavati tutto, per benino, che puzzi di sperma e piscio. Poi ti presenti in camera mia che ti vesto come desidero. Così dopo una buona mezz'ora Marco si presentò in camera di Ilse, completamente nudo e perfettamente lavato. Il suo corpo atletico e muscoloso era veramente bello e Ilse non potè fare a meno di ammirarlo. Era un vero stallone da monta. Peccato averlo sfiancato così presto. Completamente nudo, di fronte a Lei, il cazzo gli pendeva inerte e tumefatto in mezzo alle gambe. Il colore violaceo della pelle testimoniava la violenza del trattamento subito e Ilse si rese subito conto che di farlo rizzare, quel giorno, non se ne parlava proprio. Seduta sul letto aveva preparato tutti gli ammennicoli ed accessori che intendeva utilizzare ora. Nel vedere quel cazzo martoriato fu quasi presa da un sentimento di pietà e lo fece avvicinare a lei.

- vieni che ti sistemo un attimo

Dal cassetto del comodino prese un vasetto con un unguento ed iniziò a spalmarlo sul cazzo dell'uomo con delicatezza. Nonostante l'attenzione l'unguento prese a bruciare sulla pelle escoriata e Marco si dimenava sotto le carezze della donna.

- Adesso voltati e piegati

Marco ubbidì e Ilse prese a spalmargli l'unguento in mezzo alle natiche. Lo sfintere era anch'esso escoriato brutalmente e, nonostante fossero passate molte ore, era ancora dilatato e cedevole. Ilse spinse facilmente 2 dita nel culo dell'uomo, il cui corpo reagì scattando in avanti.

- Rilassati, rilassati. Adesso non ti faccio nulla.

Le dita scivolavano nel canale rettale di Marco, senza fatica e iniziarono a strofinare nuovamente sulla prostata dell'uomo. Dopo qualche minuti di questo massaggio Marco gemette a lungo e le sue palle si contrassero dolorosamente. Sulla cappella Ilse verificò che nessun segno di sperma fosse comparso e masturbò lentamente il cazzo per constatare il suo grado di turgore. Nulla, assolutamente nulla. Quell'uomo era ormai ripulito, le sue palle svuotate ed il cazzo irrimediabilmente inservibile per lungo tempo. Lo aveva reso temporaneamente impotente. Sorrise tra sé: "Che stallone che eri, sino a ieri........".

- Bene, vediamo cosa ti mettiamo

- Mmmmm, penso una bella mise di lacci di cuoio.

Da un armadio pieno di vestiti ed attrezzature di chiara natura sessuale Ilse trasse una serie di strisce in cuoio ed iniziò a "vestire" Marco.

Prima di tutto gli infilò un collare di pelle nera serrandolo accuratamente. Ad esso attaccò un guinzaglio "a strozzo". Se voleva poteva soffocarlo con uno strattone. Poi gli mise una cintura molto alta in vita e la serrò con forza. Ad essa collegò due strisce di cuoio nero che gli salivano sul petto sino a collegarsi al collare. Lo stesso sulla schiena. Infine prese un complicato intreccio di regge in pelle che erano collegate ad una piastra triangolare in acciaio. Sistemò la piastra nella zona perineale e serrò due regge alla cintura in vita ed una stringa nella zona posteriore che si infilò profondamente fra le natiche dell'uomo.

- Mmmmm, così mi piaci. Bello, nudo, maschio ma schiavo

- Attento che se tiro il guinzaglio ti strozzo.

E diede un piccolo strattone per fargli sentire la presa ferrea del collare. A Marco mancò immediatamente il respiro.

- aaaaaaaaaaaaaa

- E adesso a 4 zampe, bestia!

Marco si inchinò e si mise carponi di fronte alla sua padrona. Ilse prese a scorrere le dita fra le sue natiche scostando leggermente la stringa di cuoio. Infilò un dito nell'orifizio anale dell'uomo che subito fremette arcuando la schiena.

- Mmmmmmmm, reattivo, Bene bene

- Vediamo quanto è dilatato.

Senza nessuna cura spinse due dita nel culo di Marco e poi con violenza le inserì a fondo nel culo dell'uomo. Scivolarono senza incontrare resistenza e strapparono un gemito allo schiavo.

- ben dilatato, Ti ha fatto bene prendere il mio piede tutto in culo.

- Adesso però ho voglia di aprirtelo ancora un po', eh che ne dici?

- Mi fa molto male padrona.

Rispose sinceramente Marco.

- e per questo che voglio sfondartelo ancora

E si mise a ridere di gusto.

- credo che un plug anale media vada bene

Prese una plug anale di dimensioni medie e la fece scivolare nel culo dell'uomo con relativa facilità. Sfondato bestialmente dal suo piede sarebbero occorse settimane prima che riprendesse le dimensioni originali.

- e pensare che sino a ieri sera eri vergine...... Adesso guarda come entra bene questa plug.... E non è tanto piccola.

Marco provo un istante di dolore quando il bordo della plug costrinse lo sfintere ad una dilatazione innaturale ma poi si adattò subito a quella sensazione.

- Stringi forte le chiappe adesso. Devi sentirlo ben serrato nel tuo culo. Non è lungo e poi è solo il primo di una lunga serie. Ne ho una completa collezione sai? Ma come, non rispondi?

Marco contrasse le natiche e lo sfintere si chiuse sul bordo scavato della plug. Immediatamente scariche di dolore lo colpirono lungo la schiena.

- Padrona fa male. Mi sento il culo laceratoooooooo. Oh cazzo, che male!

- Ah, Ah, Ah e cosa pensavi? Che avrei passato il tempo a massaggiarti quel cazzo moscio? Dovrò pur divertirmi in qualche modo, visto che non riesci a soddisfarmi.

Così dicendo gli afferrò il cazzo e lo torse brutalmente, facendolo urlare di dolore. Sempre piegato in avanti non si accorse che Ilse si era alzata dietro di lui e non potè quindi vedere il calcio che si preparava a tirargli, proprio sulle palle. Il colle del piede di Ilse lo colpì esattamente sullo scroto. Per un istante il fiato gli si mozzò in gola, prima di realizzare il dolore che saliva dalle sue palle. Incapace di muoversi sentì nuovamente il piede di Ilse colpirlo ai testicoli ciondolanti per poi ripetersi con ferocia, più volte. Crollò sul pavimento. Con grande fatica si rimise a 4 zampe, cercando di resistere al dolore.

- Così devi stare, Bastardo! In ginocchio, a quattro zampe, come la bestia da monta che sei.

Appoggiò un piede sulla base della plug e prese a spingere con vigore. Avrebbe voluta farla ingoiare tutta a quel culo rotto. Marco gemeva stringendo i denti. Stava capendo che la possibilità di una rivincita doveva conquistarsela per benino. Senza avviso Ilse lo colpì nuovamente con un calcio nelle palle e questa volta la punta acuminata del sabot incise un segno violaceo sullo scroto. Scivolò inerte sul pavimento mentre Ilse camminava lentamente attorno al suo corpo e colpiva nuovamente con calci precisi e violenti. Ora su un fianco ora sul torace, poi nuovamente alle palle. Si rannicchiò per proteggersi da quella Domina feroce e si trovò il tacco in metallo direttamente sul collo che lo schiacciava per terra.

- Da bravo, dai Rimettiti in ginocchio. Oppure continuo.

Si rialzò tutto dolorante solo per sentire il tacco di Ilse che gli schiacciò nuovamente il viso sul pavimento.

- Se ti muovi.... Ti ammazzo con il mio tacco.

Ilse si mise di fronte a lui e gli porse un piede sotto le labbra. Poi nuovamente premette con il tacco sul collo sino ad obbligarlo a baciarglielo.

- Lecca bastardo! Lecca.! È l'unica cosa che puoi fare oggi.

Vinto, si accinse a leccare quel piede fantastico e Ilse lo fece continuare così a lungo che la lingua gli si seccò completamente. Poi lo afferrò per i capelli e si sedette sul letto, obbligandolo a tuffare il suo viso in mezzo alle sue cosce.

- leccami, leccami fino a farmi venire. E deve essere un bell'orgasmo, dai forza.

Travolto iniziò a leccarla con ardore. La sua lingua scorreva sulle cosce di Ilse sino a stuzzicare le grandi labbra, poi si insinuava nella sua figa per risalire a colpirle il clitoride. Sempre serrandolo per i capelli, strattonandolo quando cercava di allontanarsi dalla sua figa per rifiatare, Ilse guidava i suoi movimenti ed i suoi colpi di lingua, sempre più guizzanti e profondi. Finalmente Ilse iniziò a gemere di piacere e questo l'acquietò notevolmente. Con il ventre fremente divenne più docile e si godette l'orgasmo che la squassò con violente contrazioni dopo brevi istanti.

- Merda, sei bravo

Ansimava pesantemente e questo sicuramente certificava l'intensità dell'orgasmo.

- però non mi sei piaciuto. Dovevi aspettare a farmi godere. Dovevi leccarmi più a lungo. Vediamo se riesco a fartelo capire.......

Lo scalciò lontano da lei puntandogli i tacchi nel torace e mandandolo disteso a terra supino. Da sotto il cuscino sfilò un frustino da cavallerizza di cuoio nero con la spirale in rame. Si alzò in piedi e senza nessun preavviso lo frustò direttamente sul cazzo molle. Il dolore che lo colse fu lancinante ed il suo busto scattò eretto mentre le sue mani corsero a coprire immediatamente il cazzo offeso. Per tutta risposta Ilse Si avvicinò e lo colpì con una ginocchiata sotto il mento. Stordito ricadde all'indietro mentre una serie di frustate segnava il suo corpo.

- basta, bastaaaaa, padrona, basta, ti pregoooooo!

- Sei una merda! Soffri in silenzio!

Le frustate di Ilse continuavano a colpirlo con ferocia e anche se cercava di scappare, strisciando sul pavimento, non aveva scampo. Completamente dolorante e coperto di lunghi segni lividi si abbandonò piagnucolante sul pavimento, pregando che la donna si calmasse. Il suo cazzo era disteso molle sul pavimento e Ilse puntò direttamente il tacco in metallo su di esso. Con rinnovata ferocia lo schiacciò contro il pavimento e premette con la suola sulle palle. Voleva frantumargliele.

- Arrrgggghhhhh! Arrrgghhh! Cazzoooooooo. Ti prego, basta, pietààààààà, pietààààààààà.

E prese a piangere più intensamente, ormai completamente distrutto nel fisico e nella mente.

- Allora, adesso che mi dici? Vuoi sempre essere il mio schiavo? Eh? Bastardo!

Non aveva scampo ed annuì debolmente con il capo.

- E allora vieni a leccarmi come si deve, stronzo!

Questa volta aveva capito. Ilse voleva che la leccasse a lungo, portandola sull'orlo dell'orgasmo per poi fermarsi e farla rifiatare, più e più volte, sino a farla esplodere in un orgasmo violento ed intensissimo. Iniziò quindi a leccare con tutta la sua forza ed il suo ardore quel corpo favoloso, iniziando dai piedi e risalendo alle sottili caviglie ed ai serici polpacci. Seguì attentamente con la lingua la riga posteriore delle calze di nylon per lunghi minuti per poi risalire alle cosce muscolose seguendo con la lingua ogni piccola linea della muscolatura, sotto la pelle dorata o il serico nylon. Quando giunse nuovamente a leccarle la figa ed il clitoride Ilse era ormai pronta all'orgasmo, ma appena sentì il ventre della donna fremere si ritirò ed iniziò a leccare un'altra parte di quel corpo perfetto. In preda all'eccitazione Ilse si sfilò velocemente la corta sottoveste di seta nera ed il suo corpo apparve in tutto il suo splendore impreziosito dall'esile perizoma di pizzo e da un reggiseno a balconcino in pizzo nero. Da sballo! Prese a leccarla con lunghi movimenti su tutto il ventre, il seno, le braccia, le mani. Tutto il corpo di Ilse venne percorso per lunghi minuti, mentre lei gemeva di piacere.

- ooooh , si così, dai bravo, schiavo, dai, sei forte, bravo , leccami tutta.

Si girò e gli offrì la schiena che la lingua di Marco prese a percorrere lentamente lungo la linea della spina dorsale. Poi discese in mezzo alle natiche, divaricandole con le mani per poterle violare lo sfintere anale. Il buco del culo di Ilse si contrasse immediatamente più volte mentre la lingua di Marco guizzava veloce al suo interno. Le divaricò con forza le chiappe sode perché la sua lingua potesse violarla il più a fondo possibile e le lisciò accuratamente le pareti anali. La sentì nuovamente fremere più volte, questa volta era però un orgasmo anale che si stava preparando a squassare il corpo della donna. Marco non poteva saperlo ma pochissimi uomini avevano avuto il dono ed il piacere di poter violare il culo di Ilse. Immancabilmente distrutti dalla sua figa bollente, pochissimi eletti avevano avuto il premio di poterla sodomizzare. Il culo di Ilse era quindi quasi vergine, praticamente molto stretto e l'essere violata analmente scatenava in lei un godimento pazzesco senza limiti. La lingua di Marco la stava adesso lavorando da lunghi minuti, senza esitazioni ed il cervello della donna vagava in un paradiso di godimento, senza più capire nulla. Marco se ne accorse ed accelerò il ritmo delle leccate sempre avendo cura di penetrare il più possibile a fondo in quel culo che quando contraeva lo sfintere quasi gli spaccava la lingua.

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