Mia moglie Laura. Capitolo 06

Informazioni sulla Storia
Laura viene condotta nella parte privata del locale
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Attesi mia moglie per più di quaranta minuti pensando a quello che stava succedendo. Eravamo arrivati in quel locale con l'intenzione di riprenderci le foto che avevano scattato a Laura la volta scorsa e poi saremmo andati via subito. Mi ritrovavo invece adesso ad aspettarla seduto a un tavolino del bar. Prima, l'avevo vista attraverso un monitor di uno squallido ufficio mentre qualcuno in un camerino altrettanto squallido la faceva spogliare nuda e poi rivestire con vestiti indecenti. Le cose non stavano andando come pensavamo, eppure dovetti ammettere, mio malgrado, di aver provato un subdolo piacere per ciò che avevo visto. Mandai giù il drink tutto d'un fiato, cercando di seppellire quell'emozione.

Stavo iniziando a preoccuparmi per l'assenza di mia moglie quando la vidi arrivare.

L'andatura incerta sui tacchi a spillo, le cosce generosamente scoperte da quel corto vestito rosso che la avvolgeva e nascondeva a malapena anche il seno. Laura si avvicinò senza parlare.

Stentai quasi a riconoscerla, sotto il trucco volgare che le avevano messo. Il contorno occhi era marcato e le labbra carnose erano coperte da un rossetto rosso fuoco, come le unghie delle mani.Il barista non mancò di darle una generosa occhiata.

Al locale, intanto, stavano arrivando le prime persone per la cena. Un cameriere ci accompagnò al nostro tavolo. Laura cercò di sedersi facendo attenzione a non scoprirsi più del dovuto le cosce, cercando di stirarsi il più possibile la parte bassa del vestito. Fatica vana, poiché da seduta, il corto abito lasciava abbondantemente vedere la balza delle calze.

Notai che questa sala era relativamente piccola e piuttosto elegante. Agli altri tavoli erano accoppiati signori di una certa età con signorine svestite quanto mia moglie, se non di più.

Dopo essersi quasi giustificata per qual vestito indecente che le avevano obbligato ad indossare, Laura rimase silenziosa per tutta la cena. Io, naturalmente, le risparmiai il fatto che sia io che Andrea l'avevamo vista da un monitor mentre si spogliava. Cercai di versarle del vino per rincuorarla un po', ma rifiutò. "Cerchiamo di finire presto la serata, prendere le foto e andare via di qui", mi disse a un certo punto.

Finita la cena vidi avvicinarsi al nostro tavolo un cameriere. "Prego, il signor Andrea vi aspetta al suo tavolo", ci disse. Così, ci alzammo e lo seguimmo, nella vana speranza di recuperare le foto e andar via il più in fretta possibile.

Al tavolo di Andrea, in un altre saletta, era seduta Daniela insieme a un altro paio ragazze. Dovevano aver bevuto, poiché ridevano rumorosamente. Andrea si alzò in piedi e fece accomodare Laura tra lui e Daniela, mentre io fui fatto accomodare di fronte a mia moglie.

"Beva qualcosa", disse Andrea.

"No, grazie", rifiutò mia moglie seria.

"Coraggio... beva non le farà male", insistette Andrea versandole un generoso bicchiere di vino.

Mia moglie mi guardò esitando. La tensione e l'imbarazzo le facevano venire i crampi allo stomaco così prese il bicchiere e fece un sorso, nella speranza di distendere un po' i nervi.

Nell'ora successiva il bicchiere di Laura le fu riempito più volte, mentre Andrea e le sue ospiti chiacchieravano di cose inutili e la musica della sala si faceva sempre più alta.

"Venite, andiamo a ballare", disse a un certo punto Andrea facendo sollevare Laura.

Nell'altra sala, vidi che il locale si stava rapidamente riempiendo. Presi per mano mia moglie ma, giunti in prossimità della pista, fummo separati da Daniela che si portò via Laura mentre io rimasi con le altre due ragazze.

La persi di vista per breve tempo, scomparsa tra la gente che adesso affollava la sala, ma la rividi dopo un po' ai bordi della pista. Stava con Daniela e Andrea, impacciata su quei tacchi alti mentre cercava di ritrovarmi con gli occhi.

"Posso ballare con la signora?", disse un uomo oltre la sessantina basso e grasso rivolgendosi ad Andrea.

Laura lo squadrò con una rapida occhiata. Poi senza guardarlo rispose "No, grazie."

"Ma certo!", fece Andrea prendendo Laura per un braccio quasi per passarla a quel signore.

Laura rimase interdetta mentre quell'uomo l'aveva già presa per la mano e portata in pista. La pista cominciava a riempirsi di coppiette male assortite: uomini di una certa età e donne giovani poco vestite che sicuramente non facevano la parte delle mogli. La musica era lenta e ritmata. Mi feci spazio tra la gente e mi avvicinai al bordo della pista per osservare meglio.

Vidi quell'uomo stretto intorno a Laura. Una mano appoggiata sul suo fianco e l'altra poco più in alto sulla schiena nuda. Una fitta di gelosia mi attraversò la schiena. Mano a mano che ballavano la mano dell'uomo scendeva lungo la schiena di Laura, fino ad appoggiarsi sulla parte alta del sedere, mentre la teneva stretta. Mi parve di vedere il suo muso sudato appoggiato al collo di mia moglie, visibilmente infastidita.

"Allora... non trova sexy sua moglie con quel vestitino?", mi chiese Andrea distogliendomi dai miei pensieri.

"Fin troppo...", risposi io senza guardarlo.

Intanto vidi mia moglie che veniva passata ad un altro signore, mentre quello che aveva ballato con lei veniva verso di noi.

"E' nuova la troia?", disse con noncuranza l'uomo rivolgendosi ad Andrea. Io quasi strabuzzai gli occhi a quelle parole.

"E' già stata qui una volta", gli rispose Andrea con noncuranza.

Poi rivolgendosi verso di me mi disse con un sorriso: "Devi scusare il linguaggio colorito di certi avventori. Di solito non ospitiamo signore di classe come tua moglie."

Avrei dovuto dire qualcosa, sia ad Andrea che a quell'uomo, ma mi limitai a bere il drink che avevo in mano e a guardare mia moglie ballare.

Quando l'altro uomo riportò Laura, Andrea disse: "Venite... la serata prosegue nell'altra parte del locale. Oggi serata a tema".

Presi per mano mia moglie, che aveva lo sguardo basso, e seguimmo Andrea con il suo codazzo di amici e amiche. Attraversammo una sala, poi un buttafuori ci fece varcare una porta nascosta da un drappo rosso e ci ritrovammo in un altro ambiente.

Qui le luci erano basse e soffuse, le pareti rivestite di tappezzeria rossa. Ci misi un po' a capire il "tema" della serata. Alle pareti erano esposti disegni che raffiguravano scene di dominazione di uomini su donne, alternati ad oggetti come frustini, catene e collari. Vidi alcuni uomini aggirarsi per l'ambiente accompagnati da donne vestite con abbigliamenti sexy in pelle. Mia moglie socchiuse la bocca stupita e mi strinse più forte la mano.

"Oggi è la serata padroni e schiave", ci informò Andrea sorridendo.

"Paolo, portami via di qui...", mi sussurrò Laura all'orecchio. Ma prima che potessi dire qualcosa Andrea l'aveva presa per mano dicendole: "Venga, voglio farle visitare l'ambiente."

Laura mi guardò esitando: "Guardi... non è il caso", disse.

"Andiamo, su, vorrei che entrasse nello spirito della serata..." e dicendo questo estrasse un paio di manette che con l'aiuto di Daniela applicò al polso destro di mia moglie. "Ma cosa fate??", protestò con veemenza Laura divincolandosi.

I due si fermarono. "E' solo per gioco..." rispose Andrea, "E poi bisogna sacrificarsi un po' se si vuole ottenere qualcosa...", il riferimento alle fotografie di Laura era sin troppo evidente. E così Laura non oppose resistenza e si lasciò legare i polsi dietro la schiena.

Di nuovo ebbe un sussulto di preoccupazione quando Andrea le fissò al collo un collare di cuoio con un grosso anello da cui pendeva una catenina tipo guinzaglio.

"Ecco, così è perfetta...", disse l'uomo con soddisfazione.

Notai che il signore basso e grasso che poco prima aveva fatto ballare mia moglie, adesso stava osservando con interesse la scena. Così Andrea rivolgendosi a lui gli disse: "L'affido a lei, le faccia fare un giro". Poi mise l'estremità della catena nelle sue mani. L'uomo, fece un sorriso sornione squadrando mia moglie dalla testa ai piedi, legata con le mani dietro la schiena. Poi le disse: "Venga, le faccio visitare l'ambiente."

Laura rimase immobile, come impietrita, e così lui diede un piccolo strattone al guinzaglio obbligando mia moglie a muovere un passo. Ancora un altro piccolo strattone e Laura, esitando, cominciò lentamente a seguirlo.

Vidi mia moglie scomparire dietro un corridoio, mentre impotente era tirata per il collare da uno sconosciuto, il passo incerto per i tacchi alti e per le mani legate dietro la schiena. Un misto di rabbia ed eccitazione mi attraversò la mente. Andrea mi osservò, quasi a leggere i miei pensieri.

"Tutto questo non la eccita?", mi domandò.

"No", risposi seccato senza guardarlo, quasi a nascondere le mie emozioni.

"Son sicuro di sì", mi rispose, "e le posso assicurare: è lo stesso per sua moglie".

Le parole di Andrea mi irritarono, ma non risposi.

"Si faccia anche lei un giro", mi disse, "forse troverà qualcosa di interessante".

E così dicendo si allontanò assieme a Daniela.

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