Orgasmo di ricordi

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Una serata per sè stessa...
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Appena tornata a casa.

Aprendo la porta, ti infili non appena scatta la serratura. Con la cadenza dei tacchi sul pavimento, senti crescere un misto di stanchezza ripetuta e lontananza da casa mentre appoggi la borsa sul mobile in stanza.

Hai sete, ti versi un bicchiere d'acqua mentre pensi a quanti giorni mancano al grande ritorno. Contate le settimane, ti accorgi che il conto alla rovescia ormai è ridotto a poche, solo otto settimane, contate con difficoltà dividendo i mesi in tranche da 7. La matematica non è mai stata la tua materia.

Appoggiandoti sulla cucina, ti sfili le scarpe e ritorni in stanza con la voglia di fare una doccia. È ora di toglierti di dosso quella pelle fatta di competizione, ipocrisia, falsi sorrisi e imprecazioni soffocate di un periodo estremamente difficile. Ma ce l'hai fatta un altro giorno, hai tenuto duro e a testa alta sei uscita dall'ufficio centrale con il passo svelto di chi vuole prendere la prima metro.

Ieri hai ricevuto un messaggio di una persona cara, che ti ha fatto tornare in mente alcune scene di un passato prossimo a cui non pensavi più da tanto. Vi siete incontrati di nuovo dopo tanto tempo, e vi siete rivisti così diversi ma così rassicuranti: nel carattere che non cambia e nella pace raggiunta.

Ti sdrai di traverso sul letto e ti assale un ricordo di pantaloni slacciati dicendo una battuta. Era così bello scherzare su tutto.

Arriva un messaggio che ti annulla l'impegno serale, e all'improvviso ciò che sarebbe stata una serata frenetica di auto a noleggio e di trucco si rivela in cio che più sei stanca di fare: niente.

Ma poi pensi alle pigre domeniche pomeriggio in cui abbracciati sotto le coperte si parlava di prendersi cura di sé... fanculo, ti sfili i jeans e la camicia e prendi dal mobile un paio di mutande comode ed una t-shirt più larga e voli sotto la doccia.

Vuoi che l'acqua fresca ti dia un po' di brio e ti insaponi gambe e braccia appena entrata in doccia.

Metti caldo adesso, e ti piazzi il getto leggero in viso, in modo che cali sul collo e si espanda su tutto il corpo. Aaah, ti passi il bagnoschiuma sulle spalle e sui fianchi, a salire sul petto e sui seni. Quanto gli piaceva... non ci riusciva a non toccarti e baciarti, anche se il sapone sembrava amaro in bocca.

Mentre ti insaponi la schiena ti ricordi la solita battuta che faceva sul tuo giunonico sedere e ti scappa un sorriso. Chiudi l'acqua che non ti vuoi bagnare i capelli. Esci e ti infili un vecchissimo accappatoio ruvido che ti sei portata in ogni trasloco. È ora di cambiarlo ma non oggi, pensi mentre ti raccogli i capelli guardando i tuoi movimenti allo specchio. Un'altra cosa che ripeteva spesso era proprio quella: "guardati allo specchio e ripeti che sei bella, sei forte, sei una gran donna".

Aveva una predilezione per te, ti adorava come una statua monumentale senza essere succube, ma anzi rassicurante. E ti cercava sempre, ti ripeti mentre torni in stanza, dimenticando la biancheria in bagno.

Ora, sdraiata "a 4 di bastoni" al centro del letto senti l'aria che ti asciuga l'umido della pelle, una sensazione di fresco che ti istiga a passare una mano sul collo e poi sui fianchi, risalendo sul seno. Lui avrebbe baciato il tuo capezzolo grosso, e succhiato con le sue labbra morbide fino a mordere gentilmente. Ooh come ti manca... riusciva a sollecitare la mente e il corpo, mentre con le labbra ti faceva crescere il desiderio, per poi giocare con le dita...

Muovi la mano sulla pancia e ti fermi al primo pelo, tirando e giocandoci come piaceva a lui. E sorridi perché sai dove voleva arrivare: gli piaceva farti godere e sentire i tuoi suoni, vederti contorcere ed insistere fino all'esplosione. Avrebbe lavorato fino allo sfinimento pur di collezionare un orgasmo urlato con frasi sconce.

È ora di lasciarsi andare: ti senti umida e con il medio separi le labbra partendo dall'alto, ed infili un tratto di dito nella vagina calda e bagnata. Porti il bagnato lentamente sulle labbra e lo ripeti tre, quattro, cinque volte andando in profondità, riscoprendo quanto gli piaceva infilarci lentamente il suo membro eretto, e sostare lì sussurrando "è questa la distanza a cui dobbiamo stare". E poi cominciava a scorrere, pompare e stantuffare, dandoti colpi lenti e decisi, arrivando in fondo magari piegandoti le gambe.

Non bastano medio e anulare per simulare il suo uccello duro, che ti riempiva proprio bene mentre ti baciava, dolce e affamato. Ti teneva la nuca con una mano, poi scendeva sulla guancia e sul collo mentre accelerava il ritmo della penetrazione.

Assecondi questo ricordo, ti accarezzi il collo e scorri le due dita più velocemente dentro di te, il palmo della mano che applaude sulle grandi labbra. Ora con l'altra mano ti stringi una chiappa e poi il seno. Quando ti stringeva forte sapevi che voleva farti godere di più.

È sul clitoride che vuoi arrivare, sai che era instancabile nello sgrillettarti, ciucciando un capezzolo e pizzicando l'altro, mentre con le dita ti suonava come una chitarra.

Oddio come lo faceva! Col dito medio sfiorava leggero sulla punta, poi premendo passava veloce a destra e sinistra, sgusciava in alto e in basso sulla tua passerona bagnata. È qui che capivi che dovevi incoraggiarlo, bastava invitarlo per poi trovarsi a godere urlando nella sua torrida stanza da letto, quasi alzandoti all'orgasmo potente e gemendo per un minuto ancora.

Ci stai arrivando, lo vuoi. Ti senti calda, ansimi, sudi e godi contraendo gli addominali. Ruoti i fianchi verso l'alto per esporti bene, e muovere la mano più veloce e spazzolare forte il tuo clitoride. Ti giri pancia basso e spalanchi le gambe. Alterni veloci movimenti circolari della mano a dei colpi d'anca lineari, a strusciarsi sulle dita schiacciate contro il materasso. Sei un fuoco, bagnatissima in basso, e te ne freghi dei tuoi rumori.

Godeva anche lui nel sentirti godere, è per questo che non gli bastava mai. Lo incitavi "dai, dai, dai!" E lui andava sempre più veloce. "Cosi, oh, così!" e lui insisteva come un matto finché tu davi alcuni colpi di bacino, quasi a voler scappare, ma lui restava attaccato accelerando ancora fino a farti inarcare la schiena, venire forte, esplodendo con un grido, e farti mancare i respiri perché gridi il tuo piacere.

È un orgasmo di ricordi il tuo, di corpi che si conoscono bene, di piacere dato e ricevuto, di passione per l'altro e conforto in un lunghissimo abbraccio.

Ti lasci addormentare ora, libera dalle tensioni grazie al godere gridato contro al materasso. Sei bella, splendida con le tue guance arrossate, gli occhi chiusi coperti dai capelli, e ti abbandoni serena, col fiato corto, vuota dei soliti pensieri, come una lavagna appena cancellata.

Pronta a scriverci sopra una formula nuova, un pensiero mai concluso, una storia da scrivere.

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  • COMMENTI
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2 Commenti
Brizzolato8Brizzolato8più di 2 anni faAutore

Grazie per il tuo commento. E' stato un impegno per mostrare il lato femminile, piu' mentale e psicologico, del piacere. Sono contento che ti sia piaciuto, mi incentiva a scriverne un altro.

AnonymousAnonimoquasi 3 anni fa

Intenso, elegante, emozionante ed eccitante. Mi ci sono ritrovata, tranne l’uomo, sarebbe una fantasia non un ricordo

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