Prime Esperienze di Travestitismo Cap. 02

Informazioni sulla Storia
Primi passi nel mondo transex.
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Parte 2 della serie di 6 parti

Aggiornato 06/11/2023
Creato 12/23/2021
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Ho ancora un paio di settimane di libertà prima che tornino i miei dalle vacanze, dopodiché dovrò dare addio ai miei giochi di travestitismo per chissà quanto tempo e la cosa non mi fa felice.

La depilazione totale effettuata una settimana fa ancora regge e mi dispiacerebbe non approfittarne. Certo, non appena mi ritrovo da solo/a in casa, ne approfitto per mettermi nudo/a completamente, esponendo la pelle liscia e abbronzata del mio corpo, ma il fatto che non ci sia nessuno, oltre me, ad apprezzarla, mi lascia dentro un senso di occasione sprecata.

Online, da un sexy-shop, ho fatto degli acquisti: un fallo realistico in lattice di dimensioni forse esagerate per le mie "capacità ricettive" (fa dannatamente male quando provo ad infilarmelo dentro) e soprattutto un paio di sandali con tacchi a spillo e zeppa da vera zoccola cui non ho saputo resistere e che in casa indosso di continuo, per prendere confidenza con quel tipo di camminata così diversa da quella cui sono abituato/a. Avrei voluto acquistare un sacco di altra roba femminile, ma costava tutto carissimo e non potevo permettermelo. Dei soldi che mi hanno lasciato i miei genitori per sopravvivere non resta già granché e c'è ancora un altro sfizio che mi vorrei levare...

Chi ha letto il primo capitolo di questi miei racconti di storia vissuta, già saprà come, nella mia precedente (e unica, finora) avventura en-femme fuori casa, sia andato/a praticamente "in bianco" per quanto concerne l'essere penetrato/a analmente. L'ho provato solo una volta finora e avrei tanto voluto ripetere l'esperienza (per motivi puramente di studio e ricerca, s'intende...), per cui la mia intenzione sarebbe quella di rivolgermi ad una delle tante trans che offrono le loro prestazioni mediante annunci sui siti specializzati. Sono prestazioni a pagamento, s'intende, per cui, a costo di risparmiare perfino sul cibo, ho conservato una certa quantità di danaro sufficiente (spero) a questo scopo. Il fatto che i segni delle frustate ricevute sul mio culetto solo una settimana fa siano ancora visibili (anche se molto sbiaditi) mi provoca qualche remora, per via del mio naturale pudore, ma poi mi dico che in fondo sono io che pago e che quindi ho pieno diritto a mostrare tutti i segni che voglio, sul mio culo!

Ho passato una giornata intera a valutare tutte le offerte su piazza. I miei criteri di scelta sono stati, nell'ordine:

- Disponibilità a fornire prestazioni attive (ma tanto pare che tutte soddisfino questo requisito);

- Avvenenza fisica (ho delle preferenze personali, certamente, ma a me sembrano tutte bellissime comunque);

- Dimensioni del sesso (già che ci sono vorrei provare qualcosa di "extra", tanto sto praticando col dildo acquistato online);

- Possibilità di ospitare in una quartiere differente da quelli che frequento di solito (tanto ho a disposizione l'auto di mamma per gli spostamenti).

La selezione preventiva riduce a 3 le possibili scelte:

- Una statuaria trans di colore dotata di un cazzo "monstre" (almeno a giudicare dalle foto). Sarebbe la mia preferita se non fosse per il fatto che lo studio in cui riceve è in un quartiere limitrofo al mio che spesso frequento (il timore di essere notato/a da gente che mi conosce è ancora, sia pur irrazionalmente, molto elevato);

- Una femminilissima trans italiana, ubicazione in un quartiere perfetto da ogni punto di vista, ma con dotazione "media" (la cosa mi lascia un tantino deluso/a, pur essendo forse la soluzione più saggia, per la mia attuale "ricettività");

- Una notevolissima trans dalla pelle ambrata, dotazione ragguardevole, quartiere perfetto. (unica controindicazione: l'impossibilità di trovare parcheggio in zona. Raggiungibile però in metro)

Valutati pro e contro, decido per la terza opzione. Prenderò la metro. Ultima questione in sospeso: il costo dell'operazione. Me lo potrò permettere? C'è solo un modo per saperlo: telefonare al numero di cellulare indicato sul sito e chiedere.

"Pronto?" Una voce solo leggermente troppo maschile per essere quella di una donna biologica mi risponde dopo pochi squilli.

"Ehmm... volevo sapere se sei libera per stasera, verso le 19..."

"Stasera, dici? Si verso le 19 va benissimo..." Parla bene l'italiano, anche se con un vago accento straniero che al momento non so catalogare.

"Bene! ...Ecco... potresti dirmi quanto prendi?"

"Per cosa, esattamente? Dipende da quello che vuoi fare..." Mi pare di cogliere una leggerissima nota di divertimento, nella sua voce morbida.

"Mah... niente di speciale, direi... una cosa tranquilla..."

Mi comunica il prezzo e dentro di me tiro un sospiro di sollievo: avevo immaginato almeno il doppio, se non il triplo; non ho davvero nessuna esperienza in merito.

"Va benissimo! Ci vediamo alle 19 allora!"

"Aspetta... non stai dimenticando qualcosa?"

Oddio... che ho dimenticato?? Dovrei metterla al corrente di qualcosa? E, se si, di cosa precisamente?"

"Cioè...?" faccio io, un po' confuso/a.

"L'indirizzo. Non lo vuoi...?" Stavolta sta decisamente trattenendosi dal ridermi in faccia, ci posso scommettere.

"Ah si... certo, scusa! Dammelo che me lo segno..."

E' una via che non conosco. La scrivo frettolosamente.

"Ok, grazie, sarò lì alle 19 in punto."

"Aspetta..."

Cos'altro c'è ancora??

"Il citofono... Non vuoi sapere a chi devi citofonare?"

"Ma certamente!" Ok, sto facendo una vera figura di merda. La figura del novellino alla sua prima esperienza del genere. Per come mi sto comportando, avrebbe tutto il diritto di credermi un cialtrone qualsiasi in vena di scherzi oppure, a scelta, un perfetto coglione.

Pazientemente mi indica il cognome sul citofono. E' un cognome latino-americano, facile da ricordare, ma lo segno comunque.

"Grazie, a dopo." Concludo e termino la conversazione.

Ok... il più è fatto. Sono solo le 15 e, anche volendo uscire con largo anticipo, ho tutto il tempo del mondo per prepararmi.

Già... prepararmi... Mi piacerebbe presentarmi en-femme, ma davvero non ho il coraggio di andarmene in giro per Roma vestito da donna (anche se in questo caso prenderei la macchina e non di certo la metro) in pieno giorno, per di più... Vestirmi lì? Non so se la cosa sia fattibile, magari non le sarebbe gradita... Decido di presentarmi come un maschietto qualsiasi, d'altronde quello che principalmente m' interessa è che mi scopi, non che apprezzi quanto io sia femminile (anche se ammetto che non guasterebbe, anzi...).

Aspetto con trepidazione l'ora giusta per uscire di casa, poi mi dirigo verso la metro che mi porterà dritto/a in paradiso.

***

Fortunatamente la via è a pochi isolati dalla fermata cui sono sceso/a. Il palazzo l'ho trovato subito ed effettivamente sul citofono c'è il nome che mi è stato indicato. Sono in leggero anticipo, per cui aspetto esattamente le 19, prima di citofonare.

"Sii?"

"Ci siamo sentiti qualche ora fa al telefono... Sono l'appuntamento delle 19..."

Lo scatto della serratura del portone che viene sbloccata e, contestualmente:

"Piano terra, prima porta a sinistra."

Entro nell'androne e raggiungo velocemente la porta indicata, è socchiusa.

La porta si apre quel tanto necessario a lasciarmi passare, entro, Viene richiusa. Schermata dall'anta, mi accoglie la trans le cui foto ho esaminato sul sito di incontri. E' alta più o meno come me anche se porta tacchi alti, è in mutandine e reggiseno, niente calze. Ha lunghi capelli scuri, naturalmente mossi, e un'espressione divertita e simpatica che mi mette immediatamente a mio agio.

"Ciao, io sono Alessandra"

"Ciao, Andrea." Ho spudoratamente mentito sul mio nome, ma è la mia prima volta e sono ancora pieno/a di diffidenza.

"Ho parlato con te, prima, al telefono, vero?" Continuo io tanto per rompere il ghiaccio.

"Si, certo, ci sono solo io qui, d'altronde. Ti aspettavo."

Siamo in un piccolissimo disimpegno su cui danno tre porte, soltanto una delle quali è aperta. Al di là si intravede una normalissima camera da letto, verso la quale mi indirizza.

Una volta dentro mi dice di spogliarmi; lei intanto rassetta il grande letto a due piazze. Mi tolgo tutto e rimango nudo/a, poggiando i vestiti su di una sedia lì accanto. Non ha ancora avuto modo di accorgersi del mio culo segnato, perché non le ho girato le spalle finora, ma sono pronto/a a subire le inevitabile domande in merito.

"Vai in bagno a lavare le mani, intanto. Prima porta sulla sinistra".

Faccio come dice e, nel farlo, stavolta sono costretto ad esporre il mio lato B. Nessun commento, nemmeno quando torno dalle consigliate abluzioni.

Mi aspetta sul letto, ha tolto le mutandine che indossava e esibisce un arnese di tutto rispetto, ancora non del tutto rigido e già grosso almeno come il mio in erezione. Mi congratulo con me stesso/a per la scelta effettuata.

Non sapendo bene cosa fare, mi allungo sul letto accanto a lei, supino/a.

Come avesse improvvisamente ricordato qualcosa, si alza, prende un flacone di "Nivea" da uno stipetto e se ne spreme un po' sul sesso, massaggiandolo per farla assorbire.

"Vuoi prenderlo un po' in bocca prima che mi metta il preservativo?"

"Beh... no... magari mettilo, prima." Mi vergogno come un cane a dover dire queste parole che potrebbero essere interpretate come una scarsa fiducia nelle sue condizioni di salute o quantomeno igieniche, ma non ho il coraggio di prendere in bocca, a pelle, il sesso di chi fa il suo mestiere, senza un minimo di elementari precauzioni. Lei però non sembra infastidita, afferra un condom tra i tanti a disposizione sul più vicino comodino, lo apre e, poggiatolo sulla punta del cazzo ormai in completa erezione, inizia a srotolarlo lungo l'asta. La bontà della mia scelta è ancora una volta confermata, non soltanto per la lunghezza, ma anche per la notevole larghezza del suo arnese, che ora si offre, in tutto il suo orgoglioso splendore, alla mia vista. Deglutisco, affascinato/a.

Mi si accosta, percorrendo il materasso sulle ginocchia, offrendo alla mia bocca il cazzo inguainato. Lo prendo tra le labbra e me lo lascio entrare dentro, assaporandolo avidamente, coccolandolo con la lingua, ingoiandolo quanto posso. Può anche darsi che il sapore del lubrificante di cui è ricoperto il preservativo non sia dei migliori, ma a me sembra nettare degli dei.

La guardo in viso, mentre succhio, lei tiene la lingua leggermente in fuori, piegata in due tra le labbra carnose, con espressione tra il soddisfatto e il divertito.

In un silenzio irreale continuo a renderle omaggio con la bocca e con tutto/a me stesso/a fino a quando propone:

"Te lo metto un po' dentro?"

Dentro lo è già, almeno nella mia bocca, per cui capisco che è al mio culo, cui sta riferendosi. Era ora, cazzo! Aspettavo questo momento da tutta l'estate!

"Si..." rispondo io con voce roca, girandomi di 180° sul materasso e assumendo la posizione della pecorina.

Prende un tubetto di crema (LUAN, per la precisione, anche se ho modo di leggerlo solo dopo), ne spreme un po' su due dita della mano destra e me lo passa tutt'intorno, e anche un po' dentro, l'ano. Ne spalma anche un po' sul suo sesso, poi, dopo averne poggiato la punta al mio buchino lubrificato, lo spinge dentro nella più dolce delle penetrazioni possibili.

Rimango a bocca aperta. Lo sento bene, mentre mi entra dentro, ma non fa male. Ne godo estaticamente ogni centimetro mentre sento il peso del suo corpo gravare progressivamente, ma delicatamente, su di me.

Seguono i cinque minuti più sorprendentemente piacevoli della mia vita sessuale, duranti i quali mi scopa con una dolcezza davvero rara, poi mi rovescia, mi fa poggiare le gambe sulle sue spalle e mi penetra ancora; dal davanti, stavolta.

"Segati, intanto..." mi sussurra in un'orecchio. E'un trucco usato dalle escort transex di mezzo mondo per far venire velocemente il cliente passivo ed evitare di venire a loro volta. Oggi posso affermarlo alla luce delle mie molteplici esperienze in qualità di cliente pagante e/o di escort pagata, ma all'epoca ero ancora ingenuo/a, per cui mi prendo il cazzo in mano e inizio a menarlo. Pochi colpi ed, eccitato/a come sono, sborro. Ciò che accade dopo mi sorprende ancora oggi per la sua inusualità: si sfila rapidamente da me, strappa via il condom e, premendo forte il ventre nudo contro il mio corpo, continua a muoversi avanti e indietro fino a mischiare il suo sperma col mio.

Magari anche solo un po', ma doveva essere piaciuto anche a lei.

Rimanendo abbracciati/e così per qualche tempo, si addormenta tra le mie braccia, persino.

Non ho il coraggio di svegliarla, me la tengo stretta così, sul cuore.

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