Prime Esperienze di Travestitismo Cap. 04

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Parte 4 della serie di 6 parti

Aggiornato 06/11/2023
Creato 12/23/2021
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Durante tutto l'autunno ho continuato a frequentare il corso di femminilizzazione privato presso la mia mentore e amica Josianne (la mia amica escort-transex si chiama così). Non avrei potuto scegliere insegnante migliore, ha tutto: femminile al 100% (beh... facendo eccezione per il carnoso gioiello nero tra le gambe, s'intende), meravigliosa pelle ambrata, seni stupendi, gambe da perderci la testa solo a guardarle, didietro che sembra uscito da una pubblicità osè di intimo femminile, un viso che ti innamori solo a guardarlo. Quello che però apprezzo maggiormente è l'atteggiamento, il modo elegantemente femminile con cui compie perfino il più piccolo gesto. Solo il poterle stare accanto è fonte di continua ispirazione per me. Vorrei essere come lei, ho solo questo in mente, anche se davvero non so se un giorno mai riuscirò a raggiungere tanta grazia e perfezione. So che vivo questi lunghi lunedì pomeriggio come una sorta di vero anticipo di paradiso in terra, è davvero una benedizione per me, per il mio equilibrio personale. Mi aiutano a vivere la vita di tutti i giorni nella felice attesa di quei momenti in cui posso finalmente essere me stessA, senza dover essere costretta ad interpretare quel ruolo di giovane ragazzo etero che sento non più mio.

In questi mesi ho fatto un sacco di passi in avanti, imparando:

- Come depilare completamente il mio corpo (vivendo ancora a casa coi miei dapprima ho avuto qualche remora a farlo, ma poi dato che oggi come oggi i ragazzi della mia età si depilano quasi tutti, agli occhi dei miei genitori la cosa è sembrata semplicemente un'innocua manifestazione nel voler seguire la moda del momento);

- Come truccarmi perfettamente (oggi posso farlo in maniera velocissima e soprattutto impeccabile);

- Ad acconciare i miei capelli in tanti differenti e sempre femminilissimi modi (ho lasciato ulteriormente crescere i capelli, che già portavo mediamente lunghi prima);

- A mantenere una linea impeccabile grazie a una stretta dieta e ad esercizi ad hoc (se vuoi avere un corpo veramente femminile, non c'è spazio per rotolini di grasso e/o muscoli in particolare evidenza);

- Ad avere molta cura delle unghie di mani e piedi (anche se non posso tenerle lunghe come vorrei, ancora);

- A saper scegliere ed indossare quei giusti indumenti femminili, intimi e non, che valorizzino le mie forme (Josianne si è dimostrata molto gentile nel fornirmene un discreto numero dei suoi, mentre altri ne ho comperati online facendoli arrivare direttamente al suo studio);

- A camminare perfettamente sui tacchi alti, ondeggiando le anche in maniera discreta ma seducente (in questo caso ho dovuto, sempre online, ordinarne diverse paia, dato che portiamo numeri diversi);

- A muovermi e compiere gesti in maniera naturalmente femminile, senza troppo evidenti forzature (per questo mi è stato sufficiente osservarla attentamente e, a poco a poco, imitarla sempre di più).

In tutto ciò, niente rapporti sessuali tra di noi, giusto qualche occasionale bacio e/o carezza saffica. Ho imparato però a conoscerla come una sorella, e lei me. Abbiamo sviluppato una complicità totale, condividendo rispettivi gusti ed aspirazioni, in lunghe, piacevolissime chiacchierate. Durante le visite di suoi eventuali clienti, ovviamente, mi ritiro in buon ordine (in cucina, dato che l'appartamento è minuscolo e consta di soli tre separati ambienti: camera da letto, bagno e, per l'appunto, cucina), fino a cose finite. E' sua abitudine chiudere la porta della camera, durante gli incontri coi clienti, e ammetto che qualche volta, cercando di non fare rumore, mi accosto a quella porta chiusa provando ad ascoltare quello che sta avvenendo oltre. Ammetto anche che qualche volta, eccitata, mi masturbo silenziosamente (senza tuttavia mai raggiungere l'orgasmo) e che un po' di gelosia, occasionalmente, mi assale. Non me ne faccio mai accorgere però, e a lei non lo ho mai confessato.

Ho dimenticato di dire che truccarmi ed indossare abiti femminili è la prima cosa che faccio quando, verso le 14-14,30, arrivo a casa sua, e che rimango così fino al momento di tornarmene a casa, di solito verso le 20. Con mio profondissimo piacere, aggiungerei.

Non so quanti di questi lunedì siano passati finora, mentre me ne sto chiusa in cucina applicandomi uno smalto trasparente alle unghie delle mani ascoltando musica a basso volume da una radiolina. Lei è di là con un cliente, da pochissimo tempo. Improvvisamente la porta della cucina si apre ed entra lei con aria circospetta ma divertita. La guardo, sorpresa.

"Ascolta... ti andrebbe di fare una cosa a tre con un cliente? Me lo chiede da tanto e, visto che sei qui, avevo pensato che forse potrebbe farti piacere darmi una mano..."

Mi coglie completamente alla sprovvista. E' vero che qualche volta posso aver fantasticato circa un'eventualità del genere, ma non avevo mai davvero creduto che potesse accadere davvero. Rimango senza parole a guardarla, col pennello dello smalto in mano.

"Non devi preoccuparti, guarda... è una brava persona, lo conosco da tanto..."

"Si ma... non lo so... non saprei come comportarmi... e poi... gli andrei bene?"

"Oh... smettila con queste paure! Sei perfetta, faresti venire il cazzo duro pure a una mummia, sarebbe pure ora che ti mettessi un po' in gioco, non credi? E poi ti ho insegnato diversi trucchi del mestiere... o no??"

In effetti è vero, nelle nostre chiacchierate le ho sempre chiesto un sacco di particolari su come funzionano le cose tra escort e cliente e lei non si è mai risparmiata sul trasmettermi dettagli e relativi trucchi, ma lo ho sempre fatto per semplice curiosità, non perché pensassi che prima o poi potesse tornarmi utile in maniera... pratica!

"Ma tu pensi che sarei... all'altezza?"

"Ohhh basta! Sei perfettamente all'altezza! Togli tutto, lascia solo l'intimo e vieni con me!"

Poi, mentre sto sfilandomi velocemente il vestito che indosso, aggiunge:

"Non sarà una prestazione passiva... almeno credo. Pensi di essere in grado, all'occorrenza, di scoparlo?"

Attualmente recitare un ruolo sessualmente attivo, perfino con una donna, non è certo la principale delle mie aspirazioni, figurarsi con un maschio poi... Però sono intrigata dalla situazione, sarebbe la prima volta che mi prostituisco davvero e questa è una cosa che mi sono trovata inevitabilmente a sognare cento e cento volte, negli ultimi tempi. Inoltre non eiaculo da una decina di giorni e di certo non avrò problemi a farmelo venire duro, in un modo o nell'altro, per cui:

"Non c'è problema... però... mi dirai tu cosa fare passo per passo, vero?"

"Non preoccuparti. In ogni caso usa sempre il preservativo, per te e per lui, capito? Anche se ti richiedesse il contrario, intesi?"

"Si si... certo"

La seguo in camera da letto, emozionata come una collegiale al suo primo appuntamento (o come una puttana al suo primo cliente, che forse calza meglio, come esempio). Ci aspetta un tizio sui quaranta, distinto, capelli brizzolati e fisico ok. Certo, avrei preferito fosse stato più giovane, ma oramai siamo in ballo e bisogna ballare...

"Questa è Jasmine. Ti piace?" fa la mia amica presentandomi all'arrapato cliente. (Jasmine?? Che razza di nome si è inventata?)

Io mi limito a rivolgergli un sorriso carico di sottintesi e lascio a lui la prima mossa, proprio come mi ha sempre raccomandato di fare Josianne.

Per tutta risposta il tizio, dopo avermi squadrata da capo a piedi, sorride a 32 denti, accenna un leggero inchino, mi prende la mano destra e si produce in un perfetto (per quanto piuttosto demodè) baciamano. Bah...vabbè.

"Che ti avevo detto? Una vera bellezza eeh?" Rincara la dose la mia ineffabile promotrice, sprofondandomi nel più cupo imbarazzo.

"E'.... bellissima!" Sembra sincero, per cui un po' mi rilasso, lasciandomi solleticare dall'adulazione.

Detto ciò, il maturo adulatore inizia a spogliarsi, ripiegando con cura i vestiti prima di poggiarli su di una poltroncina che si trova vicino al letto, fino a trovarsi nudo come un verme davanti noi. Nel complesso non è malaccio. E' asciutto, niente grasso in eccesso, mediamente villoso, muscolatura appena definita ma presente, unica pecca: un pisellino ampiamente al disotto della media. Già disperatamente duro.

Josianne si sfila il perizoma, liberando il serpentone nero, invitandomi con un cenno a fare altrettanto. Eseguo con un certo imbarazzo. Il mio arnese non è davvero paragonabile al suo, ma tutto sommato, siccome è un po' barzotto, non sfigura del tutto. Il tizio lo guarda leccandosi i baffi: in fin dei conti è pur sempre almeno il doppio del suo.

Si è inginocchiato davanti a noi e, dopo aver baciato le palle ad ambedue (in segno di sottomissione, credo), vorrebbe prendermelo in bocca, ma Josianne, che nel frattempo ha arraffato un paio di condom da una ciotola posta sul comodino, porgendomene uno, interviene.

"Aspetta! Conosci le regole, Attilio."

Attilio? Che razza di nome... sarà inventato anche questo? Boh...

Indosso il condom, così come fa Josianne, poi gli permettiamo di prendercelo in bocca un po', a turno, finchè ci viene duro. A questo punto saliamo tutti sul lettone, la mia amica vicino alla testiera, il cliente davanti a lei a 4 zampe, io dietro di lui. La Dea mulatta gli guida il capo a farsi imboccare il grosso cazzo scuro fino alle palle, io ancora non so bene cosa fare. Lei si accorge della mia empasse e allora scorre le mani lungo la schiena di lui, allungando le braccia, e gli allarga le natiche in un inequivocabile, quanto laido, invito ad ottemperare le "prestazioni" a me richieste.

Prendo il tubetto di LUAN che è lì sul letto, ne spremo fuori un po' sul centro di quell'ano così lascivamente offertomi, un altro po' sulla mia asta tesa e, spalmandolo, ne approfitto per farmelo venire ancor più duro con la mano, prima di puntargli la cappella proprio al centro del buchetto. Sento che, sotto di me, già sta fremendo per l'eccitazione.

Seguendo un cenno d'intesa con Josianne, lo penetro lentamente, ma fermamente, fino in fondo. Emette alti mugolii di piacere smorzati solo dal fatto di avere in gola i non pochi centimetri di cazzo nero della mia mentore e amica. Già che ci sono inizio a pomparlo con ritmo costante, lo sguardo però fisso sui seni prorompenti di Josianne che contribuiscono significativamente a non farmi perdere l'erezione, dato che di mio non avrei particolare interesse a scoparmi un culo peloso.

Andiamo avanti così per una decina di minuti, fino a che la mia arrapante maestra, poggiati un paio di strappi di scottex sul materasso in corrispondenza al pisellino del cliente, decide che è venuto il tempo di farlo sborrare:

"Avanti... segalo mentre lo scopi, a lui piace."

Passatagli una mano attorno alla vita, inizio a segarlo velocemente, senza smettere di pistonarlo in culo. Il suo cazzo, nella mia mano, è bollente, mi bastano pochi colpi per farlo venire. Percepisco distintamente l' orgasmo dal fatto che il suo ano si stringe ritmicamente attorno al mio uccello. Fatico a non lasciarmi andare a mia volta.

Il mio primo (per quanto condiviso) cliente, più che soddisfatto, ci ha lasciate dopo essersi profuso in mille ringraziamenti e siamo di nuovo sole.

Dopo esserci lavate e rivestite, Josianne mi porge qualcosa:

"Sono cento euro. E' quanto ho chiesto in più per il doppio servizio, tienili, sono tuoi, te li sei guadagnati."

Cerco di rifiutarli in tutti i modi, ma non c'è verso. Alla fine li accetto e anche con un certo orgoglio, devo dire. In fondo si è trattato della mia prima volta in assoluto come puttana professionista e provo davvero uno strano orgoglio per questa cosa. L'essere stata finalmente desiderata e per questo pagata non è la prima significativa conferma della mia femminilità, forse?

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