Prime Esperienze di Travestitismo Cap. 05

Informazioni sulla Storia
Prima volta da sola.
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Parte 5 della serie di 6 parti

Aggiornato 06/11/2023
Creato 12/23/2021
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Da quel primo cliente in coppia con Josianne sarà passato un mese. I miei lunedì en femme fanno ormai piacevolmente parte integrante e fissa della mia vita (e anche della sua suppongo, dato che da un po' di tempo non vuole nemmeno più accettare soldi da me, "I clienti non mancano e non c'è bisogno che mi faccia pagare da un'amica", ma io credo che il motivo reale sia che la mia compagnia le faccia piacere, in fondo). E' capitato solo un'altra volta di intervenire in coppia con un cliente (uno che voleva ricevere un pompino da due ragazze contemporaneamente), per il resto mi sono dovuta accontentare dei dettagliati resoconti degli incontri e dei commenti sulle relative tecniche attuate coi differenti visitatori (dettagli che, sempre, risvegliano la mia libido al solo ascoltarli).

Oggi però le cose stanno per andare diversamente. Appena arrivata, infatti, senza nemmeno aspettare che mi cambiassi d'abito:

"Jasmine (ormai mi chiama sempre così), ho bisogno di un favore...)

"Dimmi pure... lo sai che se posso..."

"Si tratterebbe di sostituirmi per una sera... ho preso due appuntamenti e poi invece mi hanno offerto un sacco di soldi per partecipare ad una specie di festa privata in un locale... non ho modo di disdire coi due clienti perché non ho i loro contatti, per cui ho pensato che avresti potuto occupartene tu..."

"Ma... come... quando?"

"Stasera! Lo so... forse avrei dovuto avvisarti prima, scusami davvero per questo, ma lo ho saputo davvero all'ultimo momento, pochi minuti fa!"

Oddio! La cosa mi terrorizza. Un conto è partecipare a qualche gioco a tre con lei presente, un altro è dovermi ritrovare a dover affrontare a tu per tu, DA SOLA, ben DUE clienti l'uno dopo l'altro! Non sono pronta per questo! Devo assolutamente trovare una scusa verosimile...

"Ma... come faccio? Intanto non l'ho mai fatto... e poi, scusa... che intendi di preciso con STASERA? A che ora sarebbe??"

"Il primo alle 22, il secondo alle 23.30, avresti tutto il tempo tra l'uno e l'altro..."

"Ma a casa per quell'ora mi aspettano... c'è pure gente a cena... che gli dico ai miei!?" Non un granchè come scusa, lo so.

"Non puoi avvisarli che arrivi più tardi?"

"Altro che più tardi... gli ospiti se ne sarebbero già andati comunque e mia madre si incazzerebbe a morte con me, davvero non..."

"Ascolta..." mi prende una mano tra le sue guardandomi dritto negli occhi "...secondo me, se VUOI, puoi. Non è che per caso, invece, mi stai facendo la timida? So perfettamente che per te sarebbe davvero la prima volta e che magari adesso ne sei spaventata, ma mi faresti davvero un enorme favore, se accettassi!"

Quando mi parla in questo modo mi sciolgo sempre, lo ammetto. In fondo credo di essere segretamente un po' innamorata di lei e mi sto sentendo proprio una merda, in questo momento. Tento però ancora di farla ragionare:

"Senti... ma non pensi che i tuoi due clienti potrebbero prenderla comunque a male aspettandosi di trovare te e trovando invece ME??"

"Sempre meno che se non trovassero nessuno. Quantomeno potresti spiegargli la situazione... magari meglio non dir loro precisamente dove sono andata, solo che sono dovuta andare via per motivi urgenti... senza specificare troppo... in fondo in questo modo una buca totale non gliela avrei data, no? Trovarsi davanti una bella ragazza invece di un'altra non è la stessa cosa che trovarsi davanti ad una porta chiusa! Quantomeno si eviterebbe che per farsi aprire facessero troppo rumore... non vorrei dover avere problemi col condominio!"

Bella ragazza... che adulatrice! Noncidevocascare, noncidevocascare...

Ok, ci sono cascata. Telefono a casa comunicando che rimango a dormire da un amico. Mentre mi aiuta a truccarmi e a vestirmi (si fa per dire) con la sua migliore lingerie (corsetto di pizzo nero con tanto di guepiere incorporata e relative calze di seta "Questo non toglierlo mai sennò si vede che sotto hai le tette finte di silicone incollate"), mi riempie di mille raccomandazioni su cosa fare e cosa non fare, tutte cose che mi ha già ripetuto almeno cento volte e che in teoria dovrei quindi sapere. Ma in teoria, appunto, è la PRATICA che mi spaventa.

Sono passati a prenderla verso le nove, vestita e truccata di tutto punto. Non l'avevo mai vista così. Una vera Dea, roba da lasciarci gli occhi.

Mi guardo allo specchio, un po' sconfortata dal confronto: sono passabile, questo è vero, ho alcuni punti di forza come ad esempio le gambe lunghe e slanciate e un bel viso, mani e piedi sono decisamente femminili, il culetto è sodo ma non può certo competere con la assoluta perfezione del suo, per non parlare delle tette finte, poi, che sono costretta a tenere nascoste, mentre le sue...

Finora mi sono tenuta impegnata con gli ultimi preparativi: clisterino (non si sa mai), profumo (forse un po' troppo), qualche braccialetto ad entrambi i polsi (di quelli a grossi cerchi metallici, che tintinnano in maniera molto sexy tra loro continuamente). Per finire ho indossato una specie di lungo neglige velato nero (praticamente trasparente, in realtà) aperto sul davanti e con finiture di piuma, ai piedi porto un paio di sabot a tacco alto con tanto di guarnizioni in piume nere come quelle del neglige.

Ora però inizio a sentire l'agitazione. Perquisisco tutta casa in cerca di qualche bevanda alcolica, nel frigo infine trovo una bottiglia di limoncello quasi piena. Ne tracanno lunghi sorsi per darmi un po' di coraggio, poi mi sistemo sulla poltroncina in camera da letto a fissare con gli occhi un orologio a parete. Sono le 21.40.

Arrivano le 22, poi le 22.10. Il citofono rimane silenzioso. Faccio un salto in cucina per un'altra dose di limoncello e, proprio mentre ripongo la bottiglia in frigo: BZZZZ! Il citofono, cazzo!

Faccio scattare la serratura del portone e socchiudo la porta. Rumore di passi che si arrestano, apro del tutto l'anta schermandomi dietro alla stessa. Entra e richiudo.

Mi ritrovo faccia a faccia con un uomo sulla trentina, è alto quanto me sui tacchi, vestito in maniera casual ma con un certo gusto, capelli chiari tagliati cortissimi, viso glabro.

"Josianne?"

Ora, dal tono con cui lo ha detto non so se interpretarlo come un "Dov'è Josianne?" oppure come un "Sei tu Josianne?". Decido di tenermi sul vago.

"Avevi un appuntamento?"

"Beh si... le avevo telefonato stamani..."

Ok, almeno è cosciente del fatto che non sono Josianne. Meno male che non ho ceduto alla tentazione di dire che ero io.

"Josianne si scusa tantissimo ma ha avuto un imprevisto e non sapeva come avvertirti, per cui ha pregato me di riceverti al posto suo. Io sono Jasmine."

Mi è uscito tutto d'un fiato, un po' come un compitino imparato a memoria, insomma. Mi affretto ad aggiungere:

"...ovviamente se a te sta bene. Altrimenti, se vuoi andare, ti capirò perfettamente, nessun problema".

"E' questo che mi piace di Josianne, non ti delude mai... e anche in questo caso direi che non mi ha deluso affatto..."

Non so se sentirmi sollevata o meno. Sicuramente, mi sento lusingata. Gli faccio cenno di precedermi in camera da letto con un gesto languido (forse giusto un tantinello teatrale... ma il limoncello sta evidentemente facendo effetto). Prima di togliersi il giaccone mi squadra per un tempo che sembra infinito, poi, forse soddisfatto di quello che sta vedendo, tira fuori il portafogli e, in tono interrogativo:

"Il solito va bene?"

Quanto sarà il solito? Boh... Mi maledico per non aver pensato di chiedere a Josianne informazioni in merito, comunque non posso far vedere di essere così disinformata, per cui, bluffando:

"Certamente. Il solito va benissimo, ovviamente."

Tira fuori quattro biglietti da 50 e me li mette in mano. Vado a metterli di là, in cucina, dove Josianne mi ha indicato di farli sparire, mentre lui si spoglia.

Quando torno lo trovo vicino al letto, completamente nudo, che mi volta le spalle. Sentendo il ticchettio dei miei tacchi sul parquet, si volta, esibendo, assieme ad un fisico evidentemente scolpito da molte ore di palestra, un attrezzo davvero niente male, sul quale non posso evitare di far indugiare lo sguardo. Mooolto mascolino, non avrò nessun problema a calarmi nel mio ruolo femminile, con uno così. Non sembra particolarmente comunicativo, né loquace. Nel complesso però, poteva andarmi decisamente peggio.

Mentre mi sfilo le mutandine, si siede sul bordo del letto, sembra perfettamente a suo agio. Con mio sollievo, sembra più interessato alle mie gambe che a quello che c'è in mezzo. Certo non è una prova definitiva del ruolo attivo o meno che vorrà assumere con me, ma è pur sempre un indizio.

Tolgo anche il neglige e mi avvicino, mettendo le gambe tra le sue, che sono leggermente divaricate. Fisso il mio sguardo nei suoi occhi, in maniera che spero risulti intensa e seducente, lui fa scorrere le mani sulle mie cosce, raggiungendo le natiche per poi strizzarle lascivamente. Beh... secondo indizio, direi.

Gli metto le mani sulle spalle e lo spingo lentamente a poggiare la schiena sul letto, con i piedi ancora a toccare il pavimento, poi mi inginocchio tra le sue gambe, divaricandone ulteriormente le cosce con le mani, lui guarda il soffitto, sospirando con evidente soddisfazione. Apro con i denti l'involucro di un condom, lo estraggo e me lo poggio alle labbra socchiuse, come mi ha insegnato la mia maestra; davanti a me il suo bel cazzone si sta contorcendo come animato da vita propria, inturgidendosi mentre il sangue vi affluisce al ritmo delle pulsazioni del cuore. Confesso che anche il mio, di cuore, sta battendo veloce. Chino il capo e faccio in modo di far combaciare il condom che ho tra le labbra con la grossa cappella del suo sesso che adesso punta direttamente al soffitto, poi, con un unico fluido movimento, me lo faccio entrare in bocca più a fondo che posso, lasciando che il preservativo si srotoli contemporaneamente ad inguainarne l' asta già congestionata dal piacere.

Questo è un trucchetto che mi ha insegnato Josianne. Secondo lei molti maschi, al momento di infilare il condom, finiscono per sentirsi inconsciamente umiliati da quell'atto, come rifiutati assieme al loro stesso sperma. Molto meglio quindi trasformalo in una specie di gioco erotico; e cosa c'è di meglio che applicarlo con le labbra nel lasciarsi penetrare oralmente in segno di omaggio alla loro superiore virilità? Niente male come forma di psicologia applicata, vero?

Esibisco di seguito tutto il repertorio insegnatomi in materia di "Arte del Pompino": faccio correre la mia lingua lungo l'asta, bacio e prendo in bocca le palle una ad una prima di tornare ancora su lungo l'asta fino alla cappella, che stuzzico ancora con rapidi "dentro è fuori" tra le mie labbra, stimolandone la zona attorno al frenulo con velocissimi colpi di punta di lingua. Ripeto questa sequenza fino a che non lo sento parossisticamente duro, poi mi fermo. Non devo farlo venire, non ancora almeno. E poi ci sto prendendo gusto, lo ammetto.

"Vuoi mettermelo un po' dietro?" Gli dico a voce bassa. Fa cenno di si con la testa.

Applico abbondante LUAN al suo arnese e poi tutt'intorno alla mia fighetta anale, spingendone anche un po' dentro con le dita; faccio per mettermi a cavalcioni su quel ben di Dio per impalarmi, ma lui è di tutt'altro avviso, infatti con le braccia forti m'intercetta e, senza apparente sforzo, mi rovescia a quattro zampe sul letto, quasi non avessi peso, scattando come una molla alle mie spalle, in ginocchio.

"Mi piace stare sopra." è la laconica spiegazione.

Lo lascio fare, tanto è più forte di me e, anche volendo, non potrei oppormi. Inoltre ciò chiarisce una volta per tutte il fatto di chi, tra noi due, sia il vero maschio e la cosa non può che farmi grande piacere.

Anche se non sono davvero una verginella dal punto di vista anale, mi tocca stringere un po' i denti, durante la penetrazione, nonostante il largo impiego di lubrificante. Evidentemente sono un po' fuori allenamento, o forse è semplicemente il suo cazzo che ha un calibro davvero notevole, oppure entrambe le cose. Quando raggiunge il "fine corsa" comincia a pistonarmi appassionatamente, incrementando via via il ritmo.

Ci sa fare l'amico. Mi scopa con forza, ma senza violenza, persino quando mi afferra per i capelli costringendomi a piegare all'indietro il capo lo fa, si, vigorosamente in una maniera che non ammette opposizione alcuna, ma attento a non farmi male. Insomma, è bravissimo a farmi sentire davvero donna.

Nonostante le raccomandazioni della mia maestra ("Non farti coinvolgere troppo, mi raccomando! Non è mai un bene!"), ci sto prendendo un gusto esagerato, tanto che, in seguito ad una spinta di bacino un po' più forte delle altre, i muscoli delle cosce non mi reggono e finisco lunga a faccia in giù sul letto. Lui continua a prendermi così, schiacciata dal suo peso contro il materasso, percepisco i suoi muscoli guizzanti sulla mia pelle, il suo respiro affannoso e caldo dietro al mio collo, tra i miei capelli. La sensazione generale è fantastica, mi sento posseduta completamente, calata senza remore di sorta nel ruolo di femmina appagata dal maschio.

Vorrei che continuasse così tutta la notte, in barba alla consapevolezza che di lì a poco dovrò soddisfare un altro cliente. Inevitabilmente però, il mio valente stallone, assestati 3 o 4 potentissimi finali colpi di bacino, con il sesso più a fondo che mai dentro di me, si irrigidisce, emette una specie di rantolo e si lascia finalmente andare pompando fino all'ultima goccia del suo seme nel mio culetto in fiamme. Mordo le lenzuola per non urlare di piacere.

Fin qui tutto bene, tutto come da programma, ciò che non era previsto invece era che, nel momento esatto della SUA eiaculazione, venissi anch'IO contro le lenzuola, sulle quali ora fa bella mostra di sé un'ampia pozza opalescente, che a me personalmente dà tanto l'idea di essere la materializzazione degli ultimi residui della mia mascolinità, uscita anch'essa dal mio corpo, e perduta per sempre, assieme a quel liquido.

Osservo mortificata il guaio fatto, mentre il mio laconico amante di una sera si riveste prima di abbandonare la casa dopo un ultimo bacio di saluto sulle guance. Guardo l'orologio: sono le 23.15!

Ho solo 15 minuti per dare una sistemata a me stessa e soprattutto al letto! Non devo farmi prendere dal panico. Scatto verso l'armadio dove sono custodite le lenzuola pulite e, dopo aver strappate via dal materasso quelle compromesse, ne metto un paio nuove, non senza aver prima tentato di asciugare con un paio di strappi di scottex la macchia di sperma già filtrato sul materasso. In bagno poi, sempre a velocità ultrasonica, faccio un bidet, mi lavo i denti e mi sistemo nuovamente il trucco. Ok, a posto...

A posto? A posto niente! Mi rendo improvvisamente conto di aver combinato un altro guaio, oltre quello delle lenzuola, e stavolta difficilmente riparabile: il fatto che io sia venuta, contrariamente a tutte le raccomandazioni ricevute, renderà per me praticamente impossibile fornire prestazioni ATTIVE nell'immediato futuro, nel sempre deprecabile caso in cui mi venissero richieste! Oh cazzo!

A proposito di cazzo... ne saggio lo stato facendo un disperato tentativo di farmelo diventare duro con la mano: non c'è verso. Allo stato attuale è praticamente MORTO, DEAD, KAPUTT!

Ho contravvenuto alla più elementare delle accortezze che una brava escort-transex dovrebbe sempre tenere in mente: evitare di avere orgasmi prima della fine della giornata! Non saprei davvero come giustificarmi con Josianne... e proprio adesso che mi aveva dato fiducia, porca puttana (che sono io, è il caso di dirlo)! Non mi resta che sperare che il prossimo cliente sia anche lui esclusivamente attivo...

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