Prime Esperienze di Travestitismo Cap. 06

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Prima volta da sola. Parte II
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Parte 6 della serie di 6 parti

Aggiornato 06/11/2023
Creato 12/23/2021
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Il secondo cliente previsto, quello delle 23,30, sta tardando. Spero davvero che abbia rinunciato e che non si presenti. Ho commesso l'imperdonabile errore di essermi lasciata andare col cliente delle 22 sborrando assieme a lui, invece di trattenermi, e adesso, nel caso mi venisse richiesto, non sarei assolutamente in grado di fornire prestazioni attive di sorta. Dovrei giustificarmi con Josianne, l'amica che mi ha chiesto di sostituirla stasera, per aver tradito la sua fiducia.

"Ma si... molto meglio se non viene per niente... così evitiamo problemi... anzi, sai che faccio? Stabilisco un tempo massimo dopo il quale faccio proprio finta di non esserci più! D'altronde se uno si presenta così in ritardo, la colpa è solo sua!" Dico tra me e me, mentre osservo l'orologio a parete. Segna le 23, 50. Ok, venti minuti di ritardo non sono granché, ma sono pur sempre un ritardo, no? Ho quasi voglia di chiuderla qui, ma poi decido di attendere fino a mezzanotte. D'accordo: ultima chance che gli concedo, proprio per il rispetto che devo a Josianne, non per altro...

Puntualmente, alle 23.55, squilla il citofono. Oh merda...

Stessa procedura della volta precedente, nel riceverlo.

Stavolta mi trovo davanti un omaccione enorme ma dall'aria tranquilla, sorridente. Ad occhio è oltre il metro e novanta e corpulento, grosse spalle ed ampio torace, cranio rasato e incolto barbone rossiccio, il cappottone pesante, nel quale è intabarrato fino al collo, non riesce a nasconderne lo stomaco prominente. Età indefinibile tra i 45 e i cinquantacinque, direi. Senza smettere di sorridere, mi guarda, interrogativo.

Gli snocciolo la solita tiritera sul perché lo stia accogliendo io in luogo di Josianne. Risponde che per lui andrà benissimo lo stesso (purtroppo, aggiungerei io).

"Sempre trecento per un'ora e mezza, giusto?"

Peerò! Trecen... UN'ORA E MEZZA!? Temo proprio che, dopo un'ora e mezza nelle mani di quest' orco, non mi basterà un semplice bidet e un ritocchino al trucco...

"Giusto, si" rispondo io con poco entusiasmo.

Aveva già pronto il denaro, che mi consegna ancor prima di entrare in camera. Gli dico di accomodarsi e iniziare a spogliarsi, che io tornerò subito. Intanto vado ad aggiungere i soldi a quelli del cliente precedente.

Lo raggiungo prima che abbia ancora avuto il tempo di spogliarsi completamente. Ne approfitto per valutarlo più accuratamente. Innanzitutto, a guardarlo meglio, credo non possa ancora aver superato i cinquanta, forse nemmeno i quarantacinque. Ha spalle larghe e fianchi stretti da atleta, ma anche addome enorme e rilasciato da EX-atleta. Ex nuotatore, forse? Ha il corpo ricoperto, oltre che da una folta pelliccia rossastra, da innumerevoli tatuaggi che, sinceramente, incutono un po' paura. Fortunatamente, al contrario del cliente che lo ha preceduto, è molto affabile e discorsivo. In soltanto qualche minuto vengo a sapere che:

- E' stato pallanuotista a livelli agonistici;

- Attualmente fa il buttafuori per un noto locale della Capitale;

- Vorrebbe invece occuparsi di arte (non so bene in qualità di cosa);

- E' molto amico di Josianne e di una certa Marlene (che non ho davvero la più vaga idea di chi sia);

- Viene, da anni, a visitare Josianne con cadenza settimanale;

- La sua passione sono e sempre saranno, le trans (ci tiene a specificare che non è gay, ma semplicemente un appassionato del terzo genere).

Una volta nudo, posso constatare come, oltre alla collezione di tatuaggi (tutti realizzati con il colore nero, dato che dà per certo che quelli colorati facciano male alla pelle), abbia anche alcuni piercing:

- Due anelli ai capezzoli;

- Uno nella zona perineale (tra palle e buco del culo, insomma);

- E, il più vistoso di tutti, alla punta del pene (un Prince Albert di spessore inusitato).

Ciò che più mi colpisce però, non è lo spessore del Prince Albert, ma lo spessore del pene stesso! In mezzo ad un'autentica foresta amazzonica di peli rossi come foglie d'autunno, fa capolino un autentico fenomeno della natura: un salsiccione forse non eccessivamente lungo, ma dallo spessore abnorme, largo, perfino a riposo, poco meno di un mio polso. Il piercing gli spunta dal lungo prepuzio che ne ricopre la punta. Deglutisco, vivamente impressionata. Se tanto mi da tanto, una volta in erezione, riceverlo dovrebbe essere un problemino non da poco...

Unico aspetto positivo, in tutto questo, è che molto difficilmente un simile bestione potrebbe chiedere che sia io a fare il maschio. Al suo cospetto, fisicamente, faccio davvero la figura del cerbiatto accanto ad un orso polare.

Non devo nemmeno preoccuparmi di come approcciarlo perché, sempre con il suo fare sorridente, allarga le braccia e mi avvolge in un abbraccio entusiastico.

"Baci?"

"Eh?" rispondo io, sorpresa.

"Dico... se ti bacio è un problema per te? So che a molte di voi non va di essere baciate in bocca."

Non ho il cuore di deludere questa specie di tenero cucciolone, tanto è l'entusiasmo che manifesta assieme al rispetto dimostratp per il solo fatto di avermene chiesto prima il permesso.

"Ma certo che no, figurati..."

In realtà sarebbe per me la prima volta, con un uomo, e non saprei davvero dire se potrebbe piacermi o meno, ma chiudo gli occhi e lascio che poggi le sue labbra sulle mie, teneramente. Non è tanto male, pensavo peggio. Perfino quando mi infila in bocca mezzo chilo di lingua, la cosa continua a non preoccuparmi più di tanto. Apprezzo in particolar modo la delicatezza con cui mi stringe tra le braccia muscolose con le quali, se mai ne avesse l'intenzione, potrebbe facilmente stritolarmi.

Quello che invece mi preoccupa, e non poco, è il fatto che, durante il bacio, la sua mano destra scenda con decisione ad afferrarmi il pisello, scuotendolo con cameratesco entusiasmo!

Ahiahi... qui si mette male... non c'è speranza, attualmente, che mi venga duro e se, contrariamente ad ogni previsione, è questo quello che cerca, vuol dire che presto avremo un problema...

Prima che possa fare qualcosa per impedirglielo, si inginocchia davanti a me e, dopo avermi abbassato le mutandine, me lo prende in bocca. Emette suoni simili a quelli di una foca in calore, scuotendo orizzontalmente il capo con entusiasmo. Lo imbocca tutto, palle comprese, e per un attimo provo l'irrazionale paura che voglia assestargli un morso.

Prima però che io abbia il tempo per una qualsiasi reazione, è di nuovo in piedi, abbracciandomi ancora una volta per trascinarmi con sé sul letto, che fortunatamente assorbe il colpo dei quasi due quintali dei nostri corpi riuniti (70kg scarsi io, oltre 130 lui...).

Gli rimbalzo letteralmente sulla pancia, ma lui non dà segno di accorgersene.

Ho le sue mani ovunque.

"Leccami tutto! Ti prego."

Io, che mi sento piuttosto in colpa per non essere in grado di raggiungere un decente stadio di erezione, cerco di accontentarlo iniziando dal collo e scendendo poi rapidamente giù verso il sesso. Vengo però bloccata a metà:

"Succhiami i capezzoli, dai!"

"A trovarli, in mezzo a questa foresta di peli!" vorrei rispondergli, ma me ne astengo, iniziando a far scorrere la lingua sulla sua villosa epidermide fino a raggiungere il primo capezzolo, sul quale mi soffermo per intraprendere una sorta di imbarazzata suzione.

"Aaahhh... sii... cosììì!" barrisce lui. Provo una certa tenerezza nei suoi confronti... è così indifeso ed entusiasta, in fondo... Mi dedico all'altro capezzolo e raddoppio gli sforzi.

"SSSII! Bravissima!! Cosììììì!!!

Il risultato sta andando oltre ogni più rosea aspettativa. Vado avanti così per un po', prima di procedere verso la mia meta originale. Mi soffermo giusto per qualche secondo attorno all'ombelico, notando come la cosa non lo lasci indifferente. Faccio uno sforzo per ignorare la strana sensazione del folto pelame sulla mia lingua, prima di raggiungere il cazzo.

Come prevedevo, è completamente rigido ora, confermando l' impressione di inusitato spessore che avevo avuto precedentemente. Per pura curiosità provo a circondarlo con le dita e non riesco nemmeno lontanamente a farne toccare la punta tra loro. Il Prince Albert, inoltre, mi incute un certo timore...

"Ma... sei sicuro che questo pezzo di metallo non sia pericoloso?" mi azzardo a domandare.

"Non te ne preoccupare... una volta sotto il preservativo, che lo terrà fermo, non lo sentirai nemmeno, credimi... se vuoi lo tolgo, senza problema... ma non ha mai dato fastidio a nessuna..."

"E se dovesse rompere il condom?" Insisto io.

"Ma nooo... è tutto arrotondato, controlla pure..."

Controllo da vicino. Devo in effetti convenire che non presenta particolari asperità che possano mettere a repentaglio la mia integrità, o, più semplicemente, quella del condom.

Ancora non ne sono convintissima, comunque.

Cerco di infilargli un preservativo, rompendone almeno un paio prima di riuscirci. Porca puttana (che sono sempre io), che razza di circonferenza!

Provo a prenderglielo in bocca, ma riesco a malapena a farmi entrare la cappella. Di spompinarlo propriamente nemmeno a parlarne, a meno di non rischiare la slogatura della mandibola...

Opto per leccarglielo un po' lascivamente e faccio male. Mi afferra e, come un fuscello, mi fa ruotare fino ad assumere la posizione del 69, in modo di avere contemporaneamente accesso ai rispettivi piselli.

Il mio, come previsto, non accenna ancora ad indurirsi.

"Non ti viene mai duro? Colpa degli ormoni?" Ha smesso di ciucciarmi per rivolgermi queste parole con la sua voce baritonale.

Smetto anch'io: "Eh? Cosa intendi?"

"Gli ormoni, dico... con tutti quelli che starai prendendo per essere così femmina... so che a molte di voi fa questo effetto..."

Non mi aspettavo che si desse una tale spiegazione, in merito alla mia momentanea impotenza, ma decido di prendere la palla al balzo:

"Beh... non è sempre così, ma certo la terapia ormonale non aiuta..." mentisco viscidamente io.

"Oh... capisco... " Sembra sinceramente dispiaciuto, mi fa quasi sentire in colpa per la balla che gli sto propinando...

"Il guaio è... ma non fartene una colpa, che a me piace quando una come te mi schizza sulla faccia per concludere bene la serata... è per questo motivo che prendo sempre appuntamenti per il fine giornata, so che prima dell'ultimo cliente evitate sempre di sborrare..."

Anche se la sua sincera partecipazione a quello che crede essere il mio problema è apprezzabile, inizia a preoccuparmi il fatto che magari, durante un prossimo incontro con Josianne, se ne possa uscir fuori con qualche commento riguardo questa patetica scusa da me addotta. Non saprei che spiegazione dare alla mia amica: sa benissimo che non prendo, e non ho mai preso, ormoni di sorta. Cerco di tamponare la situazione:

"Oddio... magari prima che tu te ne vada, il problema potrebbe risolversi da solo... sono sicura che uno stallone come te saprà come farmi eccitare..." Ohmamma...sto davvero dicendo cazzate simili ... e con queste parole ridicolmente stereotipate per giunta??

Sembra tornargli il buonumore: "Hai ragione, abbiamo ancora tanto tempo per provarci!". E attacca a slinguazzarmi allegramente l'ano.

Seguono una ventina di minuti in cui mi chiede di continuare a leccarlo ovunque, soprattutto in corrispondenza delle parti del corpo alle quali ha i piercings applicati, richieste che io sono ben lieta di ottemperare nella speranza che dimentichi la questione della mia manifesta impotenza.

Ogni tanto mi poggia la mano sul sesso, credo per saggiarne lo stato. Piccola notazione: Ha le mani talmente grandi che il mio pisellino moscio, palline incluse, ne è letteralmente oscurato. Mi fa sentire davvero in sua balìa e questo mi piace, davvero.

E' sul bordo del letto e sta invitandomi a sedere sul suo sesso violaceo. Prima di farlo gli cambio il preservativo, un po' perché era su da parecchio e poteva essersi seccato e un po' per prendere tempo prima di impalarmi su quella enorme mazza. Ne sono intimorita, non ho mai preso niente di così voluminoso. Non so nemmeno se riuscirò a farmelo entrare dentro ma, ove anche ci riuscissi, so che l'operazione non sarà indolore.

Ho fatto colare mezzo tubetto di lubrificante su quella specie di idrante che ha in mezzo alle gambe, l'altro mezzo è finito nel mio culo (ho fatto entrare il tubetto stesso per qualche centimetro, spremendone poi direttamente dentro il contenuto).

Di cazzi, nell'ultimo paio di anni, ne ho presi tanti, di tutte le forme e dimensioni. Poco fa sono stata scopata a lungo e bene, la mia fighetta anale dovrebbe essere in condizioni ottimali per ricevere senza particolari danni un cazzo, sia pur di larghezza eccezionale come il suo, pertanto, voltando le spalle al mio Orco Personale, rompo gli indugi, mi pongo a cavalcioni sulla sua mazza, la punto al buchino e, con una certa cautela, inizio a calarmici sopra.

Dapprima ho qualche problema, forse ho messo troppo lubrificante. Ogni volta la cappella, proprio sul punto di "sfondare", continua a scivolare via.

Lui se ne accorge e, sorreggendomi con le entrambe le manone sotto alle chiappette, aspetta pazientemente che la punta del cazzo si faccia strada almeno per qualche millimetro nel mio sfintere anale. Una volta sicuro dell'avvenuto "imbocco", le ritira, lasciandomi impalare di colpo.

OHHHHHHHHHHHHCCCAAAAAAAAAAAZZZZZZOOOOOO!

Il dolore lancinante mi toglie il fiato, lo sfintere anale, che dopo tutto è un muscolo, deve aver subito uno strappo per via della dilatazione troppo improvvisa e gli strappi muscolari, si sa, sono dolorosi...

Non riesco ad emettere nemmeno un suono, me ne sto lì, bocca aperta ed occhi chiusi, aspettando che passi. Non passa.

Vorrei potermi alzare sfilandomi da quella specie di siluro di carne, ma il maledetto Orco Gentile mi afferra saldamente per le cosce trattenendomi giù. Non si rende conto del dolore che mi sta infliggendo e io non ho sufficiente fiato per comunicarglielo, riesco solo a piantargli silenziosamente le unghie (che purtroppo non ho abbastanza lunghe) nei muscoli delle possenti cosce.

D'improvviso mi sento sollevare in alto, per un attimo non capisco cosa stia succedendo, poi realizzo che sta alzandosi in piedi, sorreggendomi per le ascelle come una bambola di pezza, mentre continua a tenermi infilata al suo uccello. Mi fa sobbalzare su e giù per un po' senza sforzo apparente, provocandomi dolori lancinanti ad ogni sobbalzo.

Continua a spupazzarmi attorno alla stanza, come in una sorta di Danza Maori a luci rosse, per infine farmi atterrare di pancia sul letto, schiacciandomi con tutto il suo peso. Mi considero già fortunata per il fatto che non mi riduca a una frittella.

In questa posizione continua a scoparmi allegramente, con grande virilità e resistenza, rivolgendomi frasi cui non ho la forza di rispondere per via del persistente, sia pur attenuato a livelli sopportabili, dolore all'ano:

"Hai il culetto morbido e umido come una figa, te l'hanno mai detto?"

Oppure:

"Sei bellissima, sai? E' un grande piacere accoppiarsi con te... Io ti piaccio?"

O anche:

"Sei la mia donna... sei la mia donna speciale... Sposami! Ti darei il mio seme bollente almeno tre volte al giorno... Non ti farei mancare niente!!!"

Piuttosto delirante, ok, ma in qualche modo sta facendomi sentire donna... e già si sa che questo, a me, piace da matti...

Inizio a percepire qualche timido movimento dalle parti del clitoride... me lo prendo in mano e inizio a segarlo dolcemente, il dolore al culetto si attenua miracolosamente, quasi scompare. Accelero il ritmo...

Ho il cazzo magicamente duro, adesso. Il sentire questo enorme maschio sfogarsi dentro di me, subirne il peso sulla schiena, percepirne l'odore acre del sudore che inizia a prevalere su quello invece stranamente piacevole di un qualche deodorante o bagnoschiuma usato prima di presentarsi qui, mi ha fatto arrapare.

"Vuoi ancora che ti sborri in faccia?" gli faccio con tono roco.

Lui, smettendo di scoparmi per qualche istante, "Ce la faresti, adesso?"

"Si, credo proprio di si."

Non se lo fa ripetere due volte. In un attimo si rovescia supino sul letto, mi invita a salire a cavalcioni del suo ampio torace, poi mi afferra il cazzo con la destra iniziando a menarlo a velocità supersonica, puntato dritto al suo viso.

La sua mano sembra quella di un gigante attorno al cazzetto di una fatina transgender: non ti dà scampo. In pochi colpi rilascio lunghi getti di sborra bollente che si vanno a depositare sul viso da guerriero sfortunato, tra i peli della imponente barba ramata, sul cranio rasato. L'ultimo paio di schizzi li riceve direttamente in bocca, dato che non ha resistito a succhiarmelo.

Una volta ripreso fiato, cosciente del fatto che non è ancora venuto, gli chiedo:

"Tu come preferisci venire, adesso?"

"Posso sborrarti sul cazzo, una volta che ti sarà tornato moscio? Senza preservativo, intendo..."

E' una richiesta ragionevole, per cui mi sdraio supina sul letto mentre lui si mette a cavalcioni delle mie cosce unite, il grosso membro gonfio poggiato sul mio, che invece sta ritirandosi a vista d'occhio. Il buco del culo mi pulsa, indolenzito, ma dovrò occuparmene dopo.

Si strappa il condom e lo getta via, impugna l'asta un po' barzotta alla base, e inizia a picchiettarne la cappella contro il mio pisellino indifeso. Il Prince Albert si fa sentire, quando casualmente percuote il mio glande, ma stringo i denti.

Vedo l'Ineffabile Orco torreggiare su di me, ha ancora sul viso le tracce del mio sperma che va lentamente asciugandosi, incrostandone pelle e barba. Guardandomi con una sorta di benevola tenerezza, si sega furiosamente con la mano destra, tenendo nella sinistra il mio sesso spento. Si gode per qualche minuto la situazione, prima di svuotare i grossi testicoli, sommergendomi il sesso in un'onda di caldo e candido sperma.

***

Qualche ora dopo vengo destata dal rumore di Josianne che rientra, mentre dormo rannicchiata nel suo letto. Vedendomi sveglia, si informa:

"Come è andata, tesoro mio? Tutto bene?"

"Si, tutto bene. Domani ti racconto, dormiamo, ora..."

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