Quel Che Ispira La Pioggia

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Una serata passionale dopo tanto tempo distanti.
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Le gocce di pioggia rimbalzano tutto intorno, ed il rumore entra gentilmente nella stanza grazie alle finestre aperte che lasciano entrare il fresco. Mi metto a lavare le stoviglie mentre tu fai la doccia dopo aver cenato insieme.

Ti sei fermata da me di ritorno da Milano e abbiamo mangiato due piadine veloci mentre scherzavamo. Tu appoggiata al lavello di cucina ironizzavi sulle doti culinarie necessarie, così elegante nel tuo vestito verde stretto in vita dalla sottile cintura.

Fingevo di non notare, tra una battuta ed una farcitura, che la pietra verde che portavi al collo era un mio regalo dall'India di quando ci eravamo appena conosciuti: si adagiava simmetrico nel tuo scollo appena accennato, con grazia e fascino. Sapevi sempre come azzeccare gli abbinamenti, e colpire un semplicione come me che rimaneva abbagliato dalla tua bellezza.

Compari in cucina avvolta dal mio accappatoio, lasciando tracce umide dietro i tuoi passi silenziosi.

"Più è ruvido e vecchio, e più ti asciuga" dici citando una massima che ci ripetevamo.

Mi volto verso di te, e sorrido vedendoti coperta dalle mie cose: l'asciugamano avvolto in testa ti libera il volto fresco, senza trucco, a rivelare gli occhi grandi che brillano sul tuo viso sorridente.

Sei cosi per un motivo, che è il farti abbracciare. Dopo il veloce saluto in stazione ed il bacetto formale ci siamo entrambi chiesti che effetto ci farà il nostro contatto, dopo tutto questo tempo.

Ti circondo le spalle con le mie lunghe braccia e stringo leggermente: ti sento espirare come se ti fossi liberata da un peso. Lasci che il peso del tuo corpo sia sostenuto in parte dal mio, avvicinandoti a me con il bacino, e appoggiando la testa sulla mia spalla. Chissà a cosa pensi con questo gesto, fatto e ripetuto un centinaio di volte, stavolta dopo lunghissimo tempo.

L'accappatoio umido mi sta bagnando la camicia, ultimo tuo regalo, e me lo fai notare, allontanandoti leggermente e toccando i bottoni. Ti cingo un fianco per stringerti di nuovo a me, sentirti aderente.

Non osi fare tu il primo passo, ma io ti bacio lentamente sotto l'orecchio. dura qualche secondo ed il bacio risuona nella stanza.

"Mi mancava" mi confessi, ma io già lo sapevo. Infilo una mano dietro la tua schiena, ancora umida, e ti si apre leggermente l'accappatoio. Indossi solo le mutande blu, in contrasto con tutti i miei vestiti. Entrambe le mie mani ti avvolgono e ti carezzano, mentre ti bacio le spalle. Mi sfili la cintura con destrezza, sfiorando i pantaloni gonfi della mia erezione. Li slacci per liberare la mia eccitazione ed io ti premo contro di me, con un leggero -aah! Ti voglio contro di me. Ti giro e ti appoggio alla cucina, scoprendo i tuoi seni dolci, per baciare avidamente un tuo capezzolo e darti un brivido improvviso.

Stringo i tuoi glutei con entrambe le mani e sfrego la mia asta contro le tue mutande: l'eccitazione è irreversibile, scendo con lenti baci sulla tua pancia, e mordo il bordo delle tue mutande tirandole leggermente giù.

Scopro così la striscia di peli del tuo monte di venere e ci immergo la bocca, la bacio e ne tiro qualche pelo, mentre con le mani abbasso le mutande dopo averti chiesto "posso?".

Mi deridi per la mia domanda: ma certo che posso, ed ecco che appoggio la bocca spalancata sui tuoi genitali, la lingua piatta che apre le tue grandi labbra. La mia totale passione per te non è mai cambiata, sogno questi momenti in ogni piccolo gesto, e tu ricordi in un istante quanto ero dedicato nel farti godere. esploro con la lingua le tue fessure, e assaporo la tua umidità con tutta la bocca: non trattieni un sospiro denso di passione e di voglia che si vuole scatenare.

Salgo a baciarti il viso, le labbra, il mento, e tu mi abbassi le mutande che ancora ci separano. Il mio pene che si libera vuole sentire la tua vagina, e sfrega in mezzo alle le tue gambe, gonfio e duro, bagnandosi della tua eccitazione ad ogni movimento avanti e indietro. Oscillando il bacino strisci il tuo clitoride contro la mia asta fino a quando siamo entrambi bagnati del tuo umore. Ti bacio con forza, slego l'asciugamano dalla tua testa e i tuoi capelli ci bagnano i volti, tu schiudi le labbra e finalmente liberi la voglia che trattenevi da tanto. Ti sollevo le gambe e ti appoggio al piano della cucina, la tua vagina è aperta ed infilo il membro rigido dentro di te, sostando in fondo per liberarmi dalla frustrazione di cosi tanta distanza per così tanto tempo.

Scorre bene il mio cazzo tra le tue pareti bagnate, e mi inviti a farlo stringendo le gambe contro di me.

Ci allontaniamo e avviciniamo al ritmo delle spinte, massimizzando il contatto e la profondità. Vuoi proprio essere scopata e si capisce dai gemiti, dal tuo graffiarmi la schiena, dal tuo stringermi la chiappa. Ti sbatto forte mentre gridi "oh si, così "e ti tiro i capelli, ti schiaffeggio il sedere soggiogandoti alle mie spinte. Piove forte ora, il rumore è tanto, e ti sorprendi quando mi stacco per leccarti la passera, infilarti le dita e creare un vortice frenetico sul tuo clitoride. Il piacere è così intenso che vuoi quasi scappare, ma ti blocco circondandoti con un braccio e leccare più forte che mai. Furiosamente ti tormento di piacere, e ti contorci mentre ti sale l'orgasmo potente, che dal clitoride si irradia in tutto il corpo e ti scuote dalle fondamenta. Mi schiacci la faccia contro la tua passerona, bloccandomi mentre ti scuoti. Godi forte e mi sento l'uomo più potente del mondo.

Sei stremata: ti stringo forte mentre ansimi ancora, senza più forze. Il tuo piacere è il mio piacere. Ti tremano le gambe e ti sostengo mentre ti porto sul letto, dove ti abbandoni ai miei baci e alle mie carezze per qualche minuto.

Giochi con il mio pene eretto, e lo senti pulsare mentre lo sfiori. Mi inviti dentro di te, calda e morbida, e intrecciamo le nostre mani mentre oscillo il bacino, dandoti spinte circolari. Le spinte si fanno martellanti mentre aumento il ritmo, e tu lasci uscire frasi incitanti dalla tua bocca. Vuoi farmi venire forte, e mi dici "prendimi da dietro".

quando ti giri, ammiro il tuo sedere così eccitante: lo voglio baciare, gustare e mordere.

Ti penetro piano, per sentire appieno il mio uccello farsi largo dentro di te, ti afferro i fianchi ed inizio a martellarti con spinte sempre più veloci, vedendo le oscillazioni sulle tue chiappe fantastiche e liberando i miei istinti primordiali. E' uno spettacolo che mi invoglia ad andare sempre più forte... grido di potenza mentre scoppio dentro di te, vengo forte fino ad esaurire le forze e mi abbandono su di te, col cuore a mille ed il respiro affannato, il contatto di tutti gli arti contro di te, i tuoi capelli in faccia.

Le dita sono ancora intrecciate, mi baci le mani e mi dici qualcosa, ma io non capisco più niente.

Inebetito dal piacere, ti abbraccio e sorridiamo stremati, liberi da pensieri e preoccupazioni, inebriati dai nostri sapori e odori, contenti di essere gli artefici del nostro piacere. La pioggia rallenta e solo poche gocce si sentono la fuori, senza ritmo, ad accompagnarci il sonno.

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