Silenzio assoluto

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Godere del proprio figlio.
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Cap.3

Silenzio assoluto

Dovevo sbrigarmi.

Non avevo sentito la prima sveglia ed ora ero in ritardo per il lavoro.

Velocemente mi sciacquai la faccia.

Stranamente mi sentivo rilassata, quasi felice. Mi sarei messa anche un tocco di rossetto e un pò di rimmel.

Era da tanto che non mi truccavo.

Ero ben conscia di quanto era successo questa notte ma non mi sentivo in colpa. Era successo e basta.

Ed era stato tremendamente eccitante.

Marco dormiva ancora. non aveva scuola oggi. Aprii piano la porta per non svegliarlo. Era scoperto ed ancora senza nulla addosso. Solo parte del lenzuolo gli copriva gambe e bacino.Sotto si percepiva distintamente la forma del suo pene disteso.

Di nuovo mi sentii umida .

Gli diedi un bacio leggero sulla fronte e mi allontanai verso il mio lavoro.

Avevo quattordici anni quando cominciò a frequentare la casa dei miei genitori un collega di papà.

Moro ,capelli ricci, alto, gambe e braccia da atleta.

Era proprio un gran bell'uomo.

La prima volta che lo vidi, intento a parlare con papà, mi gratificò di un sorriso che mi fece svolazzare un nugolo di farfalle nello stomaco.

Era la prima volta che provavo una simile sensazione.

Mi resi conto che mi ero bagnata ed il sangue affluiva al mio grilletto con prepotenza. Risposi a quel sorriso con uno sguardo intenso di ammirazione e voglia.

Poi l'urgenza del prurito che mi aveva assalito mi costrinse a correre al bagno.

Chiusi la porta e presi con furia a strusciarmi cercando sollievo .In pochi attimi sentii come se una mano strizzasse convulsamente vagina e utero e mi trovai sospesa in una luce accecante di piacere. I muscoli si rilassarono all'unisono lasciandomi spossata ,a gambe aperte con le mutandine appena discese sulle cosce e la mano piena dei miei umori copiosi.

Mi era già capitato e non di rado di cercare qualche attimo di piacere masturbandomi come mi aveva insegnato Floria la mia più cara amica. Non avevo mai comunque provato un simile intenso piacere.

Quando riapparvi in salotto, Lui stava salutando in piedi mio Papà.

Quanto era alto e fatto bene!

Evidentemente dovevo averlo guardato con occhi così ammirati da attirare la sua attenzione.

Vidi nei suoi una strana luce.

Mi sembrava mi stesse prendendo le misure. E' vero che pur nei miei quattordici anni avevo un seno ben pronunciato, gambe lunghe, sorriso accattivante.

Si avvicinò con la mano tesa per salutarmi. Me la porse con un sorriso sornione, indugiando nella mia qualche attimo in più del necessario.

Mi parve di capire che dicesse "Spero di rivederla presto, signorina".

Ero completamente sulle nuvole.

Continuò per qualche tempo a frequentare la nostra casa intrattenendosi a parlare di lavoro con mio padre. Di fronte a lui mi trattava comunque in maniera molto formale .Ma quando se ne andava, salutandomi la sua mano continuava a trattenere la mia e mi baciava sulla guancia, indugiando.

Accadde un giorno che mio padre fosse fuori con mia madre per sbrigare alcune commissioni.

Era estate ed io di abitudine stavo per casa in pantaloncini corti e maglietta di cotone a piedi nudi, senza reggiseno con i capezzoli resi turgidi e ritti dal movimento.

Mi piaceva.

Stavo sentendo musica a tutto volume, quando in qualche maniera sentii suonare alla porta. Pensavo fossero i miei genitori di ritorno. Scesi sotto per aprire, senza pensare a coprirmi. Di fronte alla porta c'era Lui, bello, bello,...da morire.

Il suo sguardo cercava invano di sfuggire dalla punta dei miei capezzoli e dalle mie gambe e io sentivo uno sciame di api ronzarmi nello stomaco.

"Mio padre non c'è "dissi farfugliando.

"Posso aspettarlo? Mi fai entrare?"

"Ah si scusa entra pure", risposi,

costringendolo a strusciarsi contro di me, mentre con una mano si appoggiava alla mia spalla.

Avevo le mutandine cariche di intimo umore.

Lo feci accomodare sul divano e gli offrii un drink.

Me ne versai un poco anch'io e mi avvicinai per sedermi vicino a lui.

Non so come, ma il mio piede toccò il suo, facendomi barcollare. Con uno scatto allungò le braccia per sorreggermi, ma gli finii sopra con tutto il mio peso.

Il bicchiere volò via e con l'altra mano atterrai proprio sull'inguine e affondandogli il petto contro la faccia. Aveva proprio un gran pisello! Gli venne duro in un attimo sotto i pantaloni e come si vedeva!

Con la scusa di tenermi le sue braccia mi cinsero la vita e senza dire nulla mi diede un bacio sul collo, con gusto.

Mi guardai bene dal muovermi, anzi...La mia mano assaggiò con piacere tutta la dimensione del suo membro.

Incoraggiato dal mio atteggiamento prese ad accarezzarmi le gambe e su fino alle natiche con una mano,mentre con l'altra spingeva a se la mia faccia e mi baciava con avidità sulla bocca.

Ebbi solo un attimo di esitazione quando, rapido, senza una parola sganciò i bottoni dei pantaloni e vi accompagnò dentro la mia mano, facendola strusciare sul suo meraviglioso, grosso e duro uccello.

Poi la tentazione fu troppo grande e presi ad accarezzarlo e circondarlo con le dita e con piacere.

Mi resi appena conto che aveva sciolto anche il fiocco che reggeva i miei pantaloncini, e la sua mano si era fatta strada fra le mie gambe e stava accarezzando con gentilezza labbra e clitoride.

Quanto bastava per rompere tutti i freni.

Lo baciai con foga, lo abbracciai lasciando che la sua lingua esplorasse con foga la mia bocca. Sentii scivolarmi gli short lungo le gambe, poi il suo grosso e morbido bastone farsi strada fra le cosce ,scostare con delicatezza le labbra turgide ed umide di piacere fino a raggiungere l'ancora vergine apertura del mio guscio.

"Piano", pensai.

Tutte dicevano che la prima volta faceva male ,che bruciava. Io sentii solo una forte pressione e poi il calore del suo corpo entrare nel mio, sempre di più fino a riempirmi tutta. Lo spingeva e ritraeva con cautela all'inizio, poi con movimenti sempre più rapidi, donandomi sussulti di piacere sempre più intensi.

All'improvviso sentii la punta del suo cazzo colpire l'utero e fiotti di calore intenso che mi esplodevano dentro, mentre la mia vagina impazziva di sussulti e la mente si perdeva nel nulla.

Eravamo arrivati all'unisono.

Per qualche attimo restò fermo sopra di me, poi sentii affievolire la sua pressione e lentamente ritirarsi.

Si alzò cercando con la mano di raccogliere le gocce che ancora uscivano dal suo cazzo e si diresse al bagno.

Cavolo, sentivo bruciarmi ora.

Con una mano fra le gambe per trattenere lo sperma che mi gocciolava entrai pure io nel bagno a lavarmi.

C'era del sangue sulle cosce e, cristo, l'acqua bruciava.

Preferii mettermi un pannolino e rimandare a più tardi la pulizia.

Lui si era già risistemato, mi venne vicino mi guardò negli occhi e mi disse: "io non sono mai stato qui, oggi"." assolutamente non farne parola con nessuno, ti prego".

Non serviva che mi pregasse, mi sarei ben guardata dal farlo.

E così fu.

Lui continuò per qualche tempo a frequentare la mia casa, ma da quel giorno cercò in tutti i modi di evitarmi.

Io mi sentivo morire a non poterlo toccare, baciare, stare con lui. Dovetti arrendermi perché di li a poco fu trasferito in un'altra città, lontano.

Il giorno dopo il fatto il bruciore era quasi passato, mitigato dal ricordo del piacere intenso che avevo provato.

Provavo invece uno strano fastidio al petto. Mi pungeva. A volte mi succedeva all'avvicinarsi delle mestruazioni, ma ora era ancora troppo presto.

Cercai di non pensarci ,si sarebbe risolto come sempre. E invece erano già trascorsi più di venti giorni ed il fastidio non era per nulla passato, anzi, i seni si erano induriti e i capezzoli erano sensibili.

Al mattino trovavo anche gocce giallastre nelle mutandine.

Tardavano anche le mestruazioni.

Ero incinta?

Cavolo le mie amiche, con più esperienza ,mi avevano assicurato che per restare incinta ce ne voleva! A loro non era successo.

E invece nacque Marco e la mia vita cambiò completamente.

--> segue Cap.4 " Ricordi"

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  • COMMENTI
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1 Commenti
aiinaaiinacirca 9 anni fa
Peccato che...

... il prossimo capitolo non è ancora arrivato. Per questi ricordi... 5 Stelle brillanti :)