Una Sconosciuta In Auto

Informazioni sulla Storia
Donna predatrice e manipolatrice
1.7k parole
4
141
00
Storia non ha tag
Condividi questa Storia

Dimensione del Font

Dimensione Carattere Predefinita

Font Spaziatura

Predefinito Font Spaziatura

Font Face

Carattere Predefinito

Tema di Lettura

Tema Predefinito (Bianco)
Devi Login o Registrati per salvare la tua personalizzazione nel tuo profilo Literotica.
BETA PUBBLICA

Nota: puoi modificare la dimensione del carattere, il tipo di carattere e attivare la modalità oscura facendo clic sulla scheda dell'icona "A" nella finestra delle informazioni sulla storia.

Puoi tornare temporaneamente a un'esperienza Literotica® classica durante i nostri beta test pubblici in corso. Si prega di considerare di lasciare un feedback sui problemi riscontrati o suggerire miglioramenti.

Clicca qui

Era una serata piuttosto piovosa, Giovanni stava per ritornare a casa dopo essersi annoiato abbastanza ad una festa in una antica villa nobiliare.

Era uscito nel patio della villa per prendere una boccata aria ed aspettava che smettesse di piovere per poter arrivare alla macchina senza bagnarsi troppo.

Non aveva fatto nuove conoscenze anche se ci sperava molto, considerata la sua scarsa attitudine alla socializzazione, peggio ancora on il sesso femminile.

In realtà, l'aspetto fisico non lo aiutava molto e questo lo aveva reso ancora più carico i complessi.

Dopo avere atteso una decina i minuti, si decise ad incamminarsi ma, d'altronde, ormai tutti gli invitati stavano andando via.

Il parcheggio si andò lentamente svuotando e lui fu fra gli ultimi ad entrare nella macchina.

Il parcheggio era poco distante dalla villa in una ona piuttosto buia essendo aperta campagna.

Mentre si accingeva a mettere in moto, una figura femminile gli bussò sul finestrino dell'auto sul lato del passeggero.

Il vetro era completamente coperto dalle gocce della pioggia e rendeva difficile vedere attraverso.

Calò giù il vetro e vide una donna che indossava un vestito rosso piuttosto orto, on un bellissimo viso. Doveva essere abbastanza alta, almeno un metro e settantacinque e con una corporatura non esattamente magra.

Abbassato il finestrino, la salutò con sorpresa e le chiese: come mai ui da sola?

La donna rispose che non aveva potuto prendere un taxi e non avrebbe potuto chiamarlo perchè era rimasta col telefono scarico.

- Mi spiace disturbarla a quest'ora, è molto tardi e sono sicura che avrà fretta i ritornare a casa -- disse lei.

- Sono mortificata ma ho bisogno di chiederle un passaggio in città, altrimenti annegherò sotto questa pioggia, - aggiunse, sfoggiando un meraviglioso sorriso.

- Giovanni, dopo avere attraversato alcuni secondi in preda al panico, cercò di gettare sul fondo la sua profondissima timidezza e riprendere un contegno di un uomo dignitosamente consapevole di sé stesso.

Giovanni era mingherlino, di bassa statura e con lineamenti che lo facevano assomigliare a un Puffo, insomma non era esattamente l'oggetto del desiderio nell'immaginario femminile.

Sentiva di avere tante qualità umane ed era speranzoso che il destino gli concedesse la possibilità di esprimere tutto quello che aveva dentro.

Lei si presentò: mi chiamo Ester!

Giovanni rispose: piacere di conoscerla! Nessun disturbo assolutamente, non potrei mai lasciare una così bella donna da sola e sotto la pioggia!

Grazie! La gentilezza e la galanteria non sono più caratteristiche così presenti negli uomini. Disse lei.

- E tu Giovanni, sembri un uomo che si farebbe in quattro per una donna, vero?-

- Assolutamente si, sarei in grado di fare qualsiasi cosa che mi fosse chiesta.

- Beh... Giovanni, non esagerare in queste affermazioni, in generale gli uomini sono più teorici che pratici e quando se ne presenta il bisogno, sono pronti a defilarsi.

- E lui, in maniera categorica: assolutamente no! Io ho avuto una educazione estremamente rigida e mi hanno insegnato che le donne vanno rispettate e coccolate in ogni modo.

Nel frattempo, Giovanni guardava le gambe i questa donna, coperte solo a metà dal vestito, e meravigliosamente lunghe e sensuali.

Lei cambiò discorso per un attimo:

- Mamma mia! Mi sento scoppiare stasera! Ho mangiato tantissimo. C'erano tante ose buonissime e io sono golosissima.

- Peraltro, è il secondo party in un giorno. Anche in quello di oggi a pranzo ho mangiato tantissimo.

Poi proseguì il discorso precedente e aggiunse:

- Devo ire che un uomo mi conquisterebbe veramente se fosse così servizievole. Non ho mai incontrato un uomo così e sarei davvero felice se ne incontrassi uno.

E Giovanni, uscendo leggermente a quello stato di timidezza rispose:

- Certi uomini non capiscono la donna che hanno accanto e sono pazzi se si facessero scappare una donna come te, per esempio...

- Per una come te, io sarei capace di fare di tutto, perché una donna come te, merita di essere portata sul palmo della mano.

L'eccitazione di Giovanni cresceva. La fortuna gli aveva dato questa possibilità inaspettata e intendeva giocarsi tutte le carte che avrebbe avuto a disposizione.

- Davvero Giovanni? Saresti veramente disposto a fare tutto per una come me?

- Assolutamente si, rispose lui.

- Oh che bello! Questo mi rende enormemente felice!

- Quindi se avessi freddo mi riscalderesti?

- Assolutamente si! Non dovresti neppure finire la domanda...

- Se avessi i piedi congelati me li terresti fra le tue mani?

- Ma certo! Rispose Giovanni con una eccitazione crescente e sempre più speranzoso di entrare nelle grazie della donna.

- Chi lo sa.... Disse lei, potrei convincermi nel metterti alla prova...magari potrei convincermi nel farti fare la più difficile delle prove perché sarei sicura che tutto il resto ti verrebbe più facile.

Dopo quella affermazione, Giovanni era completamente scombussolato. Si faceva strada la possibilità che lui potesse arrivare al più lontano oggetto dei suoi desideri, ad un modello i donna assolutamente irraggiungibile per quelli he erano i suoi standard i bellezza e disse:

- Mettimi alla prova: ti dimostrerò che so essere all'altezza della situazione.

- Non so se mi convinco di farlo... non reggerei un tuo rifiuto... disse lei.

- Ti ripeto che dovresti mettermi alla prova, disse lui, pensando che qualsiasi arta possibile doveva essere giocata.

- Bene... disse lei

- Allora proviamo.

- Come ti accennavo, sono 24 ore che mangio come una forsennata e.... Non so se dovrei dirtelo... mi sento un po' imbarazzata nel farlo...

- Stai tranquilla, disse lui, mentre il cuore gli palpitava a mille.

- Ok, disse lei, avrei una necessità...

- Dimmi, disse lui

- Dovrei andare al bagno...

- Tutto qui? Rispose lui, adesso metto in moto e corriamo a cercare una toilette...

- No Giovanni, io sono troppo igienista per andare in una toilette pubblica...

- Va bene! Allora andiamo a casa mia, io abito qua vicino...

- No Giovanni, non mi va di andare a casa tua e poi non so se la tua toilette veramente pulita...

-...e allora? Chiese lui

-...e allora mi vergogno un po' a chiedertelo ma se tu ti mettessi sotto di me, la tua bocca sarebbe sufficientemente pulita per farmela fare.

Giovanni era sconvolto, il suo cuore palpitava a mille, le vampate sul viso lo stavano facendo sudare, non aveva mai ricevuto una simile richiesta fino ad ora ma per quella donna così bella sarebbe stato disposto a tutto e dopo un momento di silenzio e perplessità disse:

- Si... lo farò.

- Ok Giovanni, grazie... e iniziò a sfilarsi le mutandine.

- In quella autovettura abbastanza grande, vi era abbastanza posto davanti al sedile passeggero per poter sistemare le gambe di una persona.

- Lei allontanò ulteriormente il sedile e gli disse:

- Mettiti lì dentro in modo da avere la testa rivolta verso le mie gambe.

- Lui si posizionò, contorcendosi un po' ma essendo basso di statura trovò una discreta sistemazione. La sua testa era proprio davanti alle sue ginocchia.

- Lei allora allargò quelle lunghissime e carnose gambe indicando la strada che il viso di lui avrebbe dovuto percorrere.

- Allora lui iniziò a spingersi indietro puntando i suoi piedi sul fondo della carrozzeria. Lentamente il suo viso si faceva strada in mezzo a quelle cosce sconfinate, strisciando le sue guance contro la pelle liscia dell'interno coscia.

- Arrivato proprio all'incrocio, lei si sollevò sul sedile usando le braccia e aprì il varco sotto di sé.

- Apri la bocca adesso....

- Lui aprì la bocca...

- Lui si spinse sotto di lei ed ebbe l'impressione di essere sovrastato da un sedere molto grosso. Non lo aveva notato prima ma lei era di sotto ancora più robusta di quanto potesse immaginare.

Si intimorì un attimo sentendosi non perfettamente in grado di sostenere quella prova, ma cosa poteva succedere? Avrebbe dovuto ingoiare la pipì abbastanza in fretta per evitare di bagnare il sedile.

Arrivato con il viso proprio sotto di lei, lei gli chiese:

- Giovanni, tira fuori la lingua così sentirò meglio la posizione giusta.

- Lui allora tirò la lingua fuori.

Lei allora iniziò a sedersi. Qualcosa però, non andò come Giovanni pensava.

Mentre lei si sedeva la lingua andò sì in contatto con qualcosa, ma quella non era la vagina... in pochi secondi, ancora con la bocca aperta, mentre cercava con la lingua di capire cosa stesse leccando, capì che la richiesta di lei non era quella di liberarsi di un po' di liquido, ma di ben altro...

Mentre realizzava quello che stava succedendo, il sedere si poggiò pesantemente sulla sua bocca aperta. Il peso era troppo, si rese conto di avere sottovalutato questa cosa.

Il corpo di lui era completamente sotto, braccia comprese, le gambe ed il sedere di quella donna.

Il sedere diventò sempre più pesante fintanto che la donna si sedette con tutto il suo peso sulla sua faccia. Con tutto il peso addosso, Giovanni non riusciva nè a chiudere la bocca, né a divincolarsi con la braccia o con il corpo. Era completamente sopraffatto dal corpo di lei e sentì che era stato frodato. Cominciava a mancargli il respiro mentre la sua bocca comincia ad essere riempita da una massa che fuoriesce dal sedere della donna inesorabilmente. Si faceva strada nella sua gola vincendo l'occlusione che lui cercava di realizzare con i muscoli ma la cacca entrava sempre di più. Terminata quella parte più solida, inizia a fuoriuscire la parte più liquida, in quantità abnorme.

La sua gola ormai era completamente inondata da quella quantità indicibile che continuava inesorabile per diversi minuti e in più riprese.

L'ossigeno iniziò a mancare completamente, lui cercò di divincolarsi facendo forza con il corpo ma i suoi sforzi si avvertivano a malapena guardando il corpo della donna e quelle splendide cosce leggermente scosse dai suoi sforzi. Lei non doveva fare niente, doveva limitarsi a stare seduta con tutto il suo peso e, lentamente, lo scuotimento del corpo del povero Giovanni, iniziò ad indebolirsi fino a che restò immobile ed esanime. Lei rimase seduta ancora per qualche istante completando l'atto della defecazione e, finalmente si alzò e, aprendo lo sportello, scese dalla macchina.

Lo guardò con un sottile sorriso mentre si allontanava chiudendo lo sportello della macchina.

Il povero Giovanni aveva trovato una predatrice che nascosta dietro un aspetto meraviglioso riusciva a manipolare gli uomini deboli come lui rendendoli agnelli sacrificali per le malefatte degli altri uomini.

Giovanni morì avendo, per un attimo, assaporato la felicità di avere avuto fra le mani una donna per lui impossibile. Aveva provato l'ebbrezza del pensiero di poter divenire il suo uomo servizievole.

Lei si allontanò incurante, salì sulla sua macchina lasciata in un punto distante del parcheggio. Abbassò la aletta parasole ed aprì lo specchio per rifarsi il trucco che si era un po' stropicciato. Dopo, accese il motore e andò via senza voltarsi indietro.

Per favore, dai un voto storia
L’autore apprezzerebbe un tuo feedback.
  • COMMENTI
Anonymous
Our Comments Policy is available in the Lit FAQ
Pubblica come:
Anonimo
Condividi questa Storia