Ma & Mi

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ULISSE
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"Già, monello, non siamo in pubblico!"

E, incredibile, strofinò il suo grembo sulla evidente protuberanza che premeva nei miei pantaloncini e non potevo in alcun modo celare.

"Ciao zietta."

"Ciao, birbante incantatore!"

Un lieve bacetto e ognuno nella sua camera.

E' chiaro che ero agitato (per non parlare di Pipo). Le cose stavano prendendo rapidamente un corso impensato e insperato. Vuoi vedere --pensai- che le zie si sono date il cambio? Pipo, presuntuoso, si sentì come il testimone di una staffetta, che passa da una mano all'altra. Speriamo, concluse Pipo, che non ci si limiti alla mano!

Mille idee danzavano nella mia testa.

Inutile simulare, almeno per me, un ipocrita e banale pseudocorteggiamento.

Non dovevo conquistare nulla e nessuno. Forse ero presuntuoso, ma non mi sembrava che fossi senza importanza per zia Mimma. Allora?

Timore per le voci e i commenti?

Certo, i miei non sarebbero stati contenti di una mia 'relazione' con zia Mimma.

Ma relazione era una parola forte, inadeguata. Forse per tutti e due si trattava di un'avventura.

Già, avventura, chissà se zia ne aveva avute dopo la morte del marito.

Da quello che aveva detto non sembrava: la mia gamba non ha una carezza da quando Luciano non c'è più....

Una donna giovane ed esuberante come lei... e con tanta da grazia di dio!

Non sapevo come cominciare l'avvicinamento.

In un certo senso, mi salvò (o ci salvò?) il piccolo Claudio.

Mentre eravamo in giardino, Mimma ed io, sul dondolo, corse verso noi, saltò sulle mie gambe, mi abbracciò stretto...

"Papà, questa sera voglio dormire con te e mamma... come fanno i miei amichetti..."

Zia e io ci guardammo sorpresi. Cercai di prenderla scherzosamente. Allungai una mano sulla gamba di Mimma.

"Credo che Claudio abbia ragione, tu che ne dici Mimma?"

Non rispose, ma pose la sua mano sulla mia. Poi carezzò Claudio, lo baciò sulla guancia.

"Claudio, adesso va a giocare un po'... lascia stare Giorgio."

Il bambino scese a terra, ma prima di andare a prendere il suo giocattolo preferito, si voltò alla madre.

"Ma mi fai dormire abbracciato a papà Giorgio?"

Zia Mimma assentì con la testa.

Lui corse via gridando 'evviva...evviva!'.

Le cinsi la vita, cercando di mantenere il tono scherzoso.

"Noi maschietti abbiamo sempre desiderio di dormire abbracciati con..."

Non mi lasciò terminare.

"Anche le femminucce... anche loro... specie..."

Fece un profondissimo sospiro. Avvicinai la mia bocca al suo orecchio.

"Specie?"

Guardò di fronte a lei, nel vuoto...

"Inutile cercar fare finta di prenderci in giro, Giorgio, io non immaginavo di restare letteralmente folgorata incontrandoti. Sarò enfatica, sicuramente ridicola, alla mia età, e con te che conosco dal momento della tua nascita, ma appena ti ho veduto sono stata sconvolta... ho sentito vampe salirmi alla testa, e il grembo agitato... capisci? Desiderio di toccarti, baciarti... baciarti... non farmi dire altro..."

La strinsi a me, la baciai sul collo.

"Non farlo, Giorgio, ti prego, non farlo... non lo merito..."

La mia voce era bassa, un bisbiglio.

"Non meriti cosa?"

"Essere presa in giro... considerata il trastullo del momento... giusto per contentare la povera tardona e poi riderci su con gli amici..."

Mi voltai verso lei, le presi il volto tra le mani.

"Sei una bambinona, Mimma, una splendida bambinona... ma non hai capito nulla..."

La baciai sulla bocca.

Il dominio di sé l'abbandonò di colpo, si lasciò andare a un bacio frenetico, appassionato, con la lingua calda e umida che cercava bramosamente la mia.

Eravamo presi da una eccitazione esaltante, da un ardore che si scatenava impaziente, come se avessimo da sempre soffocati e compressi i nostri sentimenti.

Deglutii a fatica.

Com'era bella, zia Mimma.

Forse era frivolo quanto stavo per dirle, ma non seppi evitarlo.

"Incantevole zietta... dormirai abbracciata a me?"

"Sì, amore mio, abbracciata a te ma....non per dormire...!"

Inutile, era una birichina anche in tali momenti.

Avevo un desiderio immenso di carezzarla...dovunque.

Claudio tornò per farci vedere il 'disegno' che aveva fatto: una donna in gonna, un uomo, e in mezzo un bambino.

"Vedi papà. Io sto in mezzo a voi... come a letto..."

Zia Mimma allungò la mano, prese il disegno, lo guardò attentamente, lodò il bambino.

"Bravo, Claudio, ma quando ti addormenterai la mamma ti porterà nel tuo lettino, nella tua cameretta. D'accordo?"

Ci guardò per un momento.

"Va bene, mammina, ma prima fammi addormentare in mezzo a voi."

Claudio era abbracciato a me, io, tanto per darmi un contegno, leggevo un libro preso a caso tra quelli di zia Mimma. Veramente non leggevo; gli occhi erano fissi su una pagina, sempre quella.

Dall'altra parte del letto, voltandomi la schiena, zia Mimma era su un fianco e anche lei...leggeva...un libro.

Ogni tanto le davo un'occhiata.

Un profilo mozzafiato!

Non era stato semplice andare a letto.

Mentre zia Mimma preparava Claudio ero andato in bagno, avevo indossato i pantaloncini del pigiama, m'ero infilato nel letto, dalla parte indicatami da zia.

Dopo un po' mi raggiunse Claudio che subito si avvinghiò a me. Passò del tempo prima dell'apparire di zia Mimma, in vestaglia e si vedeva che, sotto, indossava una camicia da notte. Non distinguevo la forma, il tipo di stoffa, ma si vedeva che era bianca. Sedette sul letto, tolse rapidamente la vestaglia, si infilò sotto il lenzuolo. Non riuscii a vedere nulla!

Non so bene quanto tempo trascorse.

Ad un certo momento, zia Mimma si girò verso me e sussurrò che Claudio dormiva, lo avrebbe portato nella sua cameretta, nel suo lettino. Si alzò lentamente.

Si, la camicia era bianca, ampia, il tessuto era leggero ma non lasciava trasparire nulla, solo il palese rilievo del seno, ben sporgente, e la non meno affascinante curva delle natiche.

Girò intorno al letto, venne dalla parte mia, si chinò (ma la camicia era maledettamente accollata) e sollevò cautamente Claudio. Mi guardò con un'espressione indefinibile, che poteva dire tutto e nulla.

Poggiai il libro sul comodino, mi voltai verso la porta.

La luce proveniva dalle lampade sui comodini.

Ad un tratto, entrò lei... quasi mi veniva un colpo! Era nuda..sì...nuda...

Uno spettacolo indescrivibile, una visione mozzafiato, sconvolgente, meravigliosa, emozionante. Una bellezza ben al di là di quanto si poteva immaginare nei vestiti o giudicare da un abbraccio, una carezza.

Scultorea, maestosa... alta, di una perfezione insuperabile: né magra né troppo in carne, di proporzioni armoniose, incantevoli... capelli sciolti, collo lungo, seno florido e ben eretto, un leggero accenno di pancino, fianchi rigogliosi, un perfetto triangolo scuro tra le gambe snelle...

Mi misi a sedere sulla sponda del letto, col lenzuolo che cercava di nascondere la mia violenta erezione... che avevo liberato dai pantaloncini.

Mi sorrise seducentemente, venne verso me...mi tese le mani...l'attirai guardandola estasiato... fu naturale baciarla vicino l'ombelico...salire leggermente... lambire una mammella, il capezzolo turgido e scuro... suggerlo...voracemente... La sua mano mi carezzava la nuca, dolcemente... senti il calore del suo corpo che s'era infilato tra le mie gambe, le ginocchia la stringevano, il suo ventre era contro il mio petto...

"Giorgetto bello... bellissimo.... Sai che quando eri piccolissimo ti accostai al mio petto? Volevo sapere cosa provava una donna quando un bimbo succhiava la sua mammella... Succhiasti avido, come adesso, e dopo un po', scoppiasti in un pianto sconsolato: non sgorgava nulla dal mio seno.... sì, tesoro, è bello... sei bello!"

Le carezzavo i glutei... mi rovesciai sul letto, lei cadde su me... abbassò una mano, spostò il lenzuolo, afferrò Pipo... allargò le gambe e si pose a cavallo... strusciò su me...sentivo il lieve strofinare dei suoi riccioli di seta... poi il calore... il calore del suo sesso che si apriva per accogliere Pipo... era caldo, umido, vischioso... Pipo iniziò, solenne, il suo ingresso trionfale, accolto dal palpitare passionale e impaziente della vagina desiderosa e avida... Zia Mimma si impalava lentamente, quasi a volerne assaporare ogni millimetro, e il suo volto, le sue nari frementi, i suoi occhi, il suo gemito, il suo vibrare, diceva tutto il suo piacere, la sua voluttà, il godimento che si era impadronito anche di me.

La stringevo con le braccia con le gambe, cercavo di condividerne il ritmo crescente... gemeva rauca, gutturale, e si dimenava voluttuosamente... sempre di più, travolta da un orgasmo incontenibile, interminabile... che strizzava bramosamente Pipo ed ancor più quel fremito e quel mungere aumentò quando Pipo la invase con una incredibile inondazione calda...

Alzò il capo, lo rovesciò indietro....

"Aaaaaaaaaaaaaaah... ci voleva.... siiiiiiii..... siiiiiii.... Giorgio.... Giorgetto... sei meraviglioso....si...si...colma il mio vuoto....dissetami....saziami....siiii.... così.... cosììììììì!"

Lentamente si rilassò, sempre su me, e io in lei. L'abbracciai ancora più stretta, braccia e gambe, e riuscii a rotolarmi spostandomi sul letto, quasi al centro... Ero su lei, saldamente... e fu il mio turno a cavalcare, galoppare, stantuffare, accolto da gemiti di consenso appassionato, entusiasta, infervorato, appagato... e fu lei ad avvinghiarsi braccia e gambe sul mio dorso, mentre nello stesso momento raggiungevamo l'acme della voluttà in preda a un orgasmo sconvolgente. Eravamo incontentabili, insaziabili...

Le bocche le mani, tutto noi stessi cercava l'altro, in una incessante e lasciva esplorazione inarrestabile dei nostri corpi... ognuno voleva conoscere tutto dell'altro...

Non ricordo bene come avvenne, ma a un certo momento mi trovai con Pipo, quasi completamente valido e autorevole, tra le sue splendide, prosperose e sode tette, e lei che, mano alle mammelle, lo carezzava sensuale e concupiscente...

Poi, quasi senza accorgercene, in tutta spontanea naturalezza, lei si stese su me con le gambe aperte e il suo paradiso sul mio volto, e mentre la mia lingua le mie labbra, lambivano e suggevano il suo e il mio nettare insieme, Pipo trovò rifugio nel caldo tepore della sua bocca, stimolato dalle entusiaste carezze che la sua deliziosa lingua gli prodigava.

Femmina splendida, passionale, ardente, bramosa. Pensai che non ne avrei mai più conosciuta altra uguale, quindi....

Il tempo trascorse troppo velocemente, la vocetta di Claudio, che chiamava dalla sua cameretta, ci sorprese che non avevamo sospeso un istante di amarci. Né avevamo riposato un attimo.

Zia Mimma indossò la vestaglia, mi fece segno di indossare i pantaloncini e mettere un po' d'ordine, e andò a prendere il figlio.

Certo che ne aveva zia Mimma di arretrato da eliminare, ma credo che il ritmo che osservammo in quei giorni di permanenza al mare, avrebbe colmato deficienze di lustri interi.

E non finì li.

Tornati in città, era più il tempo che trascorrevo con zia Mimma che con tutti gli altri, famiglia e amici. Università e Mimma!

Fecero finta di non accorgersi di nulla, anche perché ritenevano che tutto si sarebbe risolto in un fuoco di paglia, ma i miei non mi dissero mai nulla in proposito.

Zia Mimma, comunque, non tralasciava occasione per accumulare riserve di voluttuosi rapporti che sarebbero bastate per secoli. E Pipo ne fu entusiasta fornitore.

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Dopo qualche mese, scrisse zia Marta pregandomi di essere il padrino del suo bambino, giunto inaspettatamente, "alla vecchiaia" aggiunse, e precisò che lo avrebbe chiamato come me: Giorgio!

Fui felice di accettare.

Con me venne anche zia Mimma, col suo bel pancione!

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