Mariaki

Si può ben immaginare cosa accadde, come io godessi del suo godimento e lei del mio. Corrispondeva entusiasticamente alle mie spinte, sempre più insistenti, sentivo l'incantevole rotondità dei suoi glutei, che accoglievano il battere dei testicoli, mentre la tenevo per i fianchi, le ghermivo e tormentavo le tette. E lei mi stringeva forsennatamente dentro si sé, in attesa dei momenti di suprema appagante voluttà. Il suo gemito roco andava sempre più crescendo, per esplodere nel suo urlo di piacere e di vittoria.

S'era così sintonizzata –per non dire che era sempre allupata- che poco dopo che la penetravo, sentivo il suo orgasmo squassarla, percepivo che ne attendeva voracemente gli altri, e non poteva, né voleva, nascondere l'impetuosa voluttà che la travolgeva quando dilagavo in lei.

Il mio fallo percorreva la valle dell'eden racchiusa tra le sue incantevoli natiche, sostava sul buchetto fremente e resistente, non l'aveva ancora penetrato, ma sapevo che, ormai, non avrebbe lasciato inappagato alcun mio desiderio. Ero io a volerla condurre lentamente a quel dono che, me lo aveva confessato, non aveva mai concesso nemmeno a Giorgio.

A me, al suo Sin, non lo avrebbe negato-

Donna eccezionale, Marjaki.

Nessuna è stata come lei, neanche lontanamente.

Perché nessun'altra può essere lei.

Di 'Marjaki' ce n'é una sola, irripetibile.

Si, Marjaki, in serbo, vuol dire 'mamma', e Sin 'figlio'.

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