Una Famiglia Molto Unita

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'Neil!'

'Si, ma'?'

'Vieni qui, per favore.'

Neil andò da lei, si fermò accanto al letto. La madre era coperta dal lenzuolo fino al petto.

'Siedi un momento, caro, qui, sul bordo del letto.'

Neil sedette.

'Ho ripensato alla nostra chiacchierata di questa mattina... alla tua curiosità... anzi al tuo interesse, come l'hai chiamato.'

Lui la guardava fissamente, senza ben capire a cosa mirassero quelle parole.

'Allora, figliolo, ho pensato che tu potresti cercare di appagare il tuo interesse senza stare attento al come e con chi. Potresti essere tentato di farlo con qualche, diciamo così, professionista, una che usa il proprio sesso per denaro. Sono preoccupata.'

Neil seguitava a seguire la lunga tiritera.

'Allora, ma'?'

'Allora ho pensato che non c'è nulla di male se, come ti ho insegnato a leggere e scrivere, sia io a...'

'...a... ma'.. a fare cosa?'

'A parlarti... mostrarti... l'anatomia femminile... così....'

Spostò il lenzuolo. La corta camiciola le arrivava sopra il ginocchio.

'...e... così...'

Alzò la camiciola, fino all'ombelico, le gambe leggermente dilatate, il folto cespuglio di riccioli neri sotto gli occhi di Neil, che era rimasto senza fiato.

'Sono una donna, bambino mio, una femmina, come tutte le altre... questo è il ventre che ti ha ospitato per nove mesi... e questo....' –alzò le ginocchia, si poggiò sui talloni- 'il grembo, la vagina che ti ha messo al mondo.... Guarda....'

Neil pallido e tremante, si alzò, si mise in ginocchio sul letto, chinò il capo tra le gambe della madre. Lei, con le mani, delicatamente, scostò le grandi labbra.

'Ecco, Neil... queste sono....'

E cominciò a descrivere anatomicamente il suo sesso, invitando Neil a toccarlo, sentire la cresposità dei suoi riccioli, la tumidezza delle grandi labbra, il vellutato delle piccole, l'umido caldo e vischioso dell'ingresso della vagina, il piccolo palpitante clitoride. Fremeva, Eileen, al tocco lieve e delicato del figlio, e Neil sentiva che nei suoi pantaloni il suo pene stava soffrendo.

Guardò la mamma, poi, senza nulla dire, si abbassò di più per osservare meglio. Fu impulsivo, per Eileen, sollevare il bacino, mettere le mani sulla testa del figlio e accostarlo a sé! Il volto del ragazzo, ora, premeva tra le grandi labbra, la bocca di Neil era sulle piccole labbra...

'Quella testolina' –pensò Eileen- 'è uscita da me... proprio da lì...' E ondulò un po' strofinandosi a lui.

Neil socchiuse le labbra, per respirare... La lingua gli uscì dalla bocca e andò diritta a sfiorare il clitoride, lo sentì fremere, poi, seguendo l'istinto, lambì l'ingresso caldo e umido della vagina materna, vibrava, quasi volesse popparla quella lingua, e infatti si sentì risucchiata, ed entrò in quel delizioso rifugio. Lo ispezionò accuratamente, girando intorno intorno, ritraendosi e rientrando, più volte, in preda a una eccitazione indescrivibile.

Il grembo della madre sussultava, sempre di più, le mani di lei guidavano il movimento della testa, seguendo l'incalzare di un piacere indescrivibile che stava provando... l'orgasmo si avvicinava, irresistibile, incontrollabile, travolgente, sconvolgente...

Neil assaggiò linfa profumata, inebriante, lievemente acre... che la sua lingua stava raccogliendo e sentì il lungo gemito crescente che usciva dalle labbra dischiuse della donna...

'Si, bambino mio... si.... Così... tesoro.... Cosììììììììììììììììììììì!!'

Un sobbalzo più vigoroso degli altri, e poi giacque, senza forze, con le mani che ancora premevano la testa di Neil tra le sue cosce.

Non fu facile, per lei, uscire dalla nebbia che avvolgeva la sua mente, comprendere quanto realmente fosse accaduto.

Neil aveva voltato il viso e lo aveva poggiato sul riccioluto grembo della donna, mentre le sue mani, avide, erano salite al seno e lo stavano nervosamente impastando. Prima, però, aveva nervosamente liberato il fallo dalla stretta dei pantaloni e degli shorts, e ora svettava, impaziente e affamato, in cerca di qualcosa che lo liberasse da quella spasmodica e dolorosa tensione.

Neil riemerse dal vortice di voluttà che l'aveva scombussolata. Lentamente...

Certo che come lezione di anatomia....

Quello che era sconvolgente, addirittura drammatico, per Eileen, era il suo godimento. Di una intensità mai provata. Una vera e propria estasi, un' ebbrezza che ancora la illanguidiva. Una rivelazione agghiacciante: Neil, suo figlio, le aveva fatto scoprire un piacere sessuale che non conosceva, e questo solo con una inesperta stimolazione orale... figurarsi se.... Ma ebbe paura a completare il pensiero.

Poi rifletté sul come si doveva sentire quel ragazzo, in quel momento. Poverino, chissà come era teso, eccitato. Alzò il capo, lo vide con la testa sul suo grembo, notò la prepotenza di quella evidentissima e impetuosa erezione.

Il suo piccolo, il suo bambino, non doveva soffrire così!

Si mosse lentamente, face scivolare dal suo corpo il capo di Neil, si inginocchiò, lo spinse dolcemente perché lui potesse essere supino. Slacciò la cintura dei pantaloni, li tolse, e così pure gli shorts. Il ragazzo sembrava privo di forze, solo il suo fallo era dritto, verso il cielo. Strisciò sul corpo di lui, gli afferrò il pene, si mise carponi, sulle ginocchia, e cominciò a a farsi lambire dal glande, sulla pelle. Sentì le mani di Neil che le carezzavano le natiche, frugavano tra le gambe e poi... poi... di nuovo... quella lingua inebriante e sensuale che frugava dentro, di nuovo... e lei che pur poppando avidamente il sesso del figlio si muoveva eccitata per aumentare il suo piacere. Era difficile seguitare a ciucciarlo e sculettare in quel modo... avrebbe voluto gridare il suo piacere, la sua voluttà... Le mani di Neil le avevano artigliato i glutei, lui non riusciva a star fermo e, di colpo, dal suo fallo sgorgò impetuosamente quanto era stato così a lungo soffocato. Nello stesso momento, un nuovo inesauribile orgasmo scosse violentemente Eileen che ricambiò con la sua linfa della voluttà quella del figlio.

Altro che lezione di anatomia!

Rimasero entrambi spossati e felici.

Avevano compreso quale magnifico e insuperabile completamento reciproco potevano raggiungere, e, inoltre, che con nessun'altra persona avrebbero realizzato un uguale appagamento.

'Deve rientrare in me' –era ormai il pensiero fisso di Eileen- 'devo sentire che fa il percorso inverso... devo!'

Neil stava impazzendo. Non aveva mai avuto un rapporto sessuale, ma ne sentiva l'imperiosa e inderogabile urgenza...

Si ritrovarono entrambi supini. Lei con la camiciola ridotta a un cencio, lui con una non meno sgualcita T-shirt.

Eileen tolse la camiciola e la gettò sul pavimento, aiutò il figlio a restare completamente nudo. Si chinò su lui, lo baciò sulla bocca, gli fece dischiudere le labbra. Le lingue si incontrarono, si allacciarono, ardentemente, le mani carezzavano il corpo dell'altro... erano in preda una eccitazione incontenibile.

Il fallo di Neil, insaziabile e inesausto, svettava più superbo che mai.

Eileen pensò di salire su di lui, impalarsi su quell'asta meravigliosa. Poi rifletté che Neil, la prima volta che lo faceva, doveva avere la netta convinzione di essere lui a possedere, dominare. Doveva sentirsi pienamente maschio seduttore, vincitore, occupante, e lasciare traccia della sua conquista.

La donna si sdraiò, magnifica nella sua affascinante nudità, alzò le ginocchia, si poggiò sui talloni, allargò le cosce.

'Vieni, piccolo... conosci la femmina... vieni...!'

Gli tese le mani, lo aiutò a sistemarsi tra le gambe, in ginocchio.

'Avvicinati, amore....'

Gli prese il glande e lo portò all'ingresso rugiadoso e caldo della sua vagina.

'Avvicinati....!'

Inarcò il bacino, incrociò le gambe sul dorso di lui, lo attrasse a sé, facendosi penetrare, deliziosamente.

Neil non credeva a sé stesso, sentiva il suo fallo fasciato dalla stretta vagina della madre, e che lei lo stava poppando... fu spontaneo, impulsivo, cominciare un lento dentro-fuori che divenne sempre più impetuoso, entusiasta. La donna gemeva, sussultava, lo stringeva forte. Godeva pazzamente, mugolava...

'Piccolo mio... come sei bello... sei l'amore della tua mamma... ti voglio sentire in me... come lo eri diciotto anni fa... così tesoro... così.... Oooooooooooooh'

E accolse con infinita voluttà, passione, godimento l'ancora abbondante seme che si sparse in lei mentre l'orgasmo la sconvolgeva."

La mia interlocutrice rimase in silenzio. Pallida in volto, ma con una strana espressione, come avesse una visone, seguisse un pensiero lontano.

Mi sorrise, dolcemente.

"Le piace questa... fiction?"

"Bellissima, interessante, umana, e soprattutto narrata in modo così naturale, spontaneo, realistico, come se lei stesse vivendo quei momenti. Complimenti."

"Crede che ne trarrà argomento per un suo articolo?"

"Credo che cercherò di scriverla come lei l'ha raccontata."

Annuì sorridendo.

L'incaricato ci informò che eravamo invitati a recarci nel dining-car.

Sedemmo in un posto centrale.

Non fummo molto loquaci, parlammo del più e del meno, Ethel accettò un drink, ci fermammo abbastanza. Si informò del mio lavoro, ricordò alcuni episodi vissuti in città. Non mancava molto ad arrivare a Glascow. Eravamo tornati nel nostro scompartimento, prendemmo il bagaglio, ci apprestammo a scendere.

All'uscita notai un signore, abbastanza giovane, vestito con cura, un aspetto serio e vicino a lui un adolescente, forse poteva avere dodici o tredici anni, era biondo, un bel ragazzo, e molto somigliante all'uomo col quale si accompagnava.

Come il giovinetto vide Ethel, la mia compagna di viaggio, le corse in contro, allegro, e l'abbracciò.

"Hello mom! how are you?"

"Fine darling, and you?"

Si avvicinò anche il signore dall'aspetto riservato. Si avvicinò col volto a quello della donna, si scambiarono un bacio sulle gote.

Prima ancora che lui potesse parlare, Ethel gli si rivolse in italiano.

"Mr Martini è stato un gentile compagno di viaggio, è un giornalista italiano.'

L'uomo mi tese la mano.

"Come sta Mr Martini? Le sono grato per la sua compagnia ad Eileen..."

Lo guardai sorpreso. La donna mi aveva detto di chiamarsi Ethel. Eileen era la protagonista del racconto.

"Lieto di conoscerla, professore."

Lui si rivolse al ragazzo.

"Charles, saluta Mr Martini."

Il giovane aspettò che gli tendessi la mano, e mi salutò con educata cordialità. Mi disse che anche lui parlava italiano. Era stato a Roma, coi genitori.

Il professore mi disse che avrebbe avuto piacere avermi a cena, e mi dette il suo biglietto da visita, aggiungendo che attendeva una mia telefonata per prendere accordi.

Lessi il biglietto.

Neil Ducan....

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1 Commenti
AnonymousAnonimoquasi 18 anni fa
Woonderful

eccezionale

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